domenica 10 febbraio 2008

Tempo perduto. ...e rintracciarvi una parvenza di senso

E' rinchiusa nei libri obbligatori e troppo poco sfogliati dagli studenti, nei grandi saggi degli autori del passato. Il passato è il protagonista della filosofia: oggi le discussioni universitarie vertono sui problemi d'interpretazione, sulla contraddittorietà o meno dei maestri pensatori; insomma si rigirano su se stesse senza attualizzare!
Ma l'attualizzazione non basta: si dovrebbero avere nuove intuizioni per riformulare i possibili modi di vivere, fornire alternative a una realtà che non soddisfa, per migliorare e sperare. La filosofia dovrebbe ricondurre l'uomo verso quel senso tanto bramato, dovrebbe guarirlo dalla sua alienazione.
Il progresso tecnologico oggi rende l'uomo apparente signore della terra. Questo suo voler spadroneggiare con tanta dimestichezza e invasività non viene ridimensionato da nessuna forza, da nessun giudizio positivo che salvi l'uomo dal perdersi nelle sue stesse macchine. Manca il perchè sulle azioni: l'intera società si preoccupa solo del come si fanno le cose e se dei perchè esistono sono talmente lontani dal loro oggetto di appartenenza che risultano incredibili e poco attendibili. Sia che si tratti di tecnologia, politica, economia, si parla sempre di agire per il progresso, per la pace, la democrazia, l'uguaglianza.
Tutti questi baluardi funzionano a mo' di paraocchi: sono valori che la storia è riuscita ad affermare dopo tanto tempo, dopo anni di lotte, sacrifici, e che oggi nel mondo occidentale sono palesati come assoluti e inconfutabili. Sono un ottimo scudo difensivo, ma siamo sicuri che la società rispetti questi valori con i fatti?
Malauguratamente manca il tempo per rifletterci, perchè l'agenda presenta una tabella di marcia da rispettare, e l'outsider che pensa è considerato un'inutilità. Quando si deciderà di ascoltare anche il suo pensiero e considerare la sua filosofia quella apportatrice di senso?
Quando si screditeranno le false filosofie dettate dall'alto per giustificare magari decisioni politiche, azioni bellicose, apparati tecnologici invasivi ma votati al progresso?
Se la cultura del concedersi una pausa di riflessione soli, con se stessi, potesse entrare nelle case, scorrere nei cavi elettrici, comparire sullo schermo del TV, far squillare telefoni e illuminare computer, catalizzare le connessioni vere e autentiche tra persone in carne ed ossa, allora la tendenza del mondo verso l'alienazione invertirebbe il proprio senso di marcia e saremmo veramente padroni delle nostre tecnologie. Non attingeremmo le verità di plastica dagli assurdi media di oggi, ma avremmo tutti il tempo per rintracciare i frammenti di senso.
Diletta Pignedoli

1 commento:

abraxas ha detto...

Non vedo perché dovrebbe essere bisogno di un senso, visto che la storia ci ha insegnato che tutti ideali messi davanti all'esistenza hanno portato solo a guerre e spargimento di sangue. Il sesno se la trova ognuno per se: nel crescere bimbi, nel scrivere un libro etc. non c'è bisogno di più.