domenica 25 ottobre 2009

DOTTOR G.

Ciao ragazzi, vi starete chiedendo il perché di questa nuova rubrica…
Vi rispondo con una domanda: “Sapete perché molte persone sono infelici…?” Potreste rispondermi: “Per il lavoro, per la scuola... La vera risposta, che tutti voi in realtà conoscete, è l’amore.
Le persone soffrono per amore, le persone non hanno problemi quando sono innamorate, le persone non riescono a non amare.
Le persone, però, sono spesso impreparate all’amore.
Qui entro in gioco io, dottor G.
Il mio compito non è farvi innamorare o farvi dimenticare una persona amata, il mio compito è aprirvi gli occhi e mostrarvi che tutto ciò che bisogna fare è seguire il proprio cuore.
Sono qui per voi e con voi, per aiutarvi e mai per giudicarvi.
Scusate la breve premessa, non vorrei dilungarmi troppo e vorrei farvi leggere una lettera di una certa A.F. che mi scrisse tempo fa.

“Ciao dottor G, ho saputo che aiuti spesso ragazzi e ragazze dispensando consigli e vorrei esporti il mio problema.
Mi sento un po' sciocca a scrivere a una persona che non ho mai incontrato ma… non so più che fare.
C' è un ragazzo che mi piace molto ma ogni volta che lo incrocio mi fa sempre la linguaccia.
Io sorrido e passo avanti, senza voltarmi così da non fargli capire che sono arrossita.
Ma credo lo intuisca visto che sento le risa dei suoi amici.
Inoltre c’è un altro problema lui ha 19 anni… più di me.
Aiutami dottor G! Sono nelle tue mani.”

A.F

Cara A.F. ti capisco, anche io spesso mi sono invaghito di ragazze di 19 anni… più piccole, è normale, ma credo che nel tuo caso i ragazzi ridano di te, non del tuo rossore.
Credo inoltre che quel ragazzo adesso si stia facendo un’altra più matura, bella e intelligente di te.

Ma non ti demoralizzare, da qualche parte nel mondo c’è un ragazzo dolcissimo e romantico che sta pensando come chiederti di uscire, quindi non preoccuparti: non cercare lui…è lui che troverà te (magari dagli..un aiuto).


Non ci crederete ma ora A.F. mi ha riscritto dicendomi che ha trovato un ragazzo splendido, e mi è grata di quel che ho fatto.
Vedete ragazzi è questo il bello: non ho fatto proprio nulla.
Spero che abbiate capito il mio compito e che arrivino molte vostre lettere alla redazione di Howl (howl.redazione@gmail.com) .
Io sarò estremamente felice di rispondervi.
(Le lettere possono essere anche anonime, non importa il vostro nome per questa rubrica).

Il vostro Dottor G

IL RAFFREDDORE NON HA MAI FATTO COSì PAURA -Numero 10-

1° ottobre 2009 : la società accoglie tra le sue braccia tentacolari il tanto atteso vaccino contro l’influenza A/H1N1.
Un nome che sembra già richiamare paura e insicurezza portando inevitabilmente la gente a credere sempre di più ai mass-media, creatori di una realtà esagerata e allarmista, costruita utilizzando un unico strumento: il terrore.
Sì, esatto, terrore.
Tutte le fonti d’informazione ci hanno bombardato giorno dopo giorno parlandoci di questa nuova influenza che si sta diffondendo in Europa.
Chiunque sa già quali sono gli effetti e da dove viene questo virus, quindi non vi starò ad assillare con informazioni che oramai tutti conoscono; vorrei, però, parlare del nocciolo della questione, di ciò di cui tanto si è detto in questi mesi attendendo ansiosamente la data d’inizio: il via al vaccino contro la temutissima influenza A/H1N1.
I medici e le persone che lavorano nei servizi sono stati i primi a ricevere il benefico elisir, poi è stato il turno delle categorie “a rischio” (i malati cronici e bambini con gravi malattie cardio-respiratorie) mentre i giovani fino ai 27 anni dovranno attendere pazientemente fino a gennaio 2010.
Ma la domanda che sporge spontanea è questa: Cosa contiene il vaccino e quali sono le sue controindicazioni?
Di solito i componenti dei vaccini sono virus morti o depotenziati, ma anche antibiotici e sostanze chimiche… il vaccino che è stato somministrato in Italia a causa della pandemia contiene invece una sostanza chiamata MF59 , conosciuto anche come Squalene , che ha lo scopo di aumentare la risposta immunitaria del nostro corpo alla malattia.
Inoltre lo Squalene è una sostanza già presente all’interno del nostro organismo e, in particolar modo, nel sistema nervoso.
Questo fatto non darebbe, in una situazione normale, alcuna ragione al sistema immunitario di aggredirlo.
Al contrario, quando la sostanza in questione viene iniettata, questa ha un “anormale” ingresso all’interno del corpo che fa si che venga considerata nociva dal sistema immunitario e, di conseguenza, aggredita ovunque si trovi (dal sangue al sistema nervoso).
Non male, come primo effetto collaterale.
L’influenza crea il panico tra persone incapaci di documentarsi. Ricordiamoci, però, che tutto quello che dicono i giornali ed i mass-media in generale non sono verità assolute! Non è informazione, ma un insulto all’intelligenza umana… basta aprire qualsiasi sito libero ed indipendente per capire cosa ci stanno facendo credere!
Allora iniziamo a farci delle domande, ad essere critici e attivi nel mondo in cui viviamo.
Pensate forse che questa Influenza non sia un business per le case farmaceutiche? Ma certo che si.
La Novartis, la famosa multinazionale svizzera che opera nel settore farmaceutico, risponde alle necessità di mercato, ovvero a tutte quelle persone che temono il virus.
Dopo le numerosissime richieste, il colosso farmaceutico ha prodotto il vaccino in questione, ovviamente senza testarlo adeguatamente poiché il tempo non è stato sufficiente, e a questo ha aggiunto lo squalene che lo rende più potente e permette di venderne una quantità di dosi che risponde maggiormente alle richieste.

Tutto ciò viene fatto per denaro, per quel mercato fittizio creato ovviamente dai media e dall’OMS ingigantendo le insicurezze della società.
Ora vi riporto le parole del Dott. Viera Scheibner: “Lo squalene contribuì alle reazioni a cascata chiamate “Gulf War Syndrome” (sindrome della Guerra del Golfo) documentate nei soldati coinvolti nella guerra del Golfo.
I Sintomi da loro sviluppati includevano: artrite, fibromialgia, adenopatia, irritazioni cutanee fotosensitive, fatica cronica, emicranie croniche, perdita abnorme di peli, lesioni cutanee non guaribili, ulcere da afte, vertigini, debolezza, perdita di memoria, attacchi epilettici, cambi di umore, problemi neuropsichiatrici, effetti antitiroidei, anemia, alto tasso di sedimentazione degli eritrociti, lupus eritematoso sistemico, sclerosi multipla, fenomeno di Raynaud, sindrome di Sjorgren, diarrea cronica etc.”
Alquanto scioccante.
E io, noi, dovremmo prendere un vaccino che teoricamente previene a un determinato virus, ma produce tutti questi effetti collaterali?
Non abbiamo ancora capito che non si può produrre un vaccino in soli 4 mesi e non lo si può testare e controllare in sole due settimane…
In ogni caso, questa temutissima influenza ha un tasso di contagio e mortalità inferiore alla normale influenza stagionale.
La prevenzione è importante: non solo buone norme igieniche, ma anche buona alimentazione, buona forma fisica e buona documentazione.
In circa 5 anni, secondo i giornalisti più fanatici, saremmo dovuti morire almeno 3 volte: una volta per la mucca pazza, un altro anno per l’aviaria e infine per la febbre suina.
Insomma si passano mesi in cui non si fa altro che parlare di nuovi virus che porteranno l’uomo verso un futuro incerto e disastroso; passati un tot di mesi basta, non se ne parla più, e quel determinato bacillo viene accantonato e dimenticato, come se fosse stato bandito dalla faccia della terra.
E noi stiamo qui, zitti, immobili ad accettare questa realtà così fasulla e ipocrita, così evidentemente subdola.
È ora di darci un taglio a questa politica del terrore, gli spettri della società non sono solo la pandemia e il vaccino ma sono ben altri e li abbiamo qui davanti ai nostri occhi. Forse, troppo vicini per accorgerci che sono quelli.

Sara Fabbiani.

Fonti: “Terranauta”

IL CANTO DEL FALCO

Se ne stava lì, pietrificato dalla paura, guardando bruciare il suo piccolo villaggio. Non gli era rimasto niente, né genitori, né fratelli, né amici. Qualche decina di chilometri più a est aveva una piccola casetta, con un po’ di fieno su cui poter dormire e poco di cui nutrirsi. Non sapeva cosa fosse successo. Era appena tornato da una piccola battuta di caccia, senza però aver catturato nessuna preda. Altran, l’unico superstite della tribù del falco, sapeva che, in quel momento, l’unica cosa che avrebbe potuto fare era andarsene da quella radura infuocata, scappare ed eliminare per sempre dalla sua mente quel terribile scenario al quale stava assistendo. Non riusciva però a muoversi. Era come se qualcuno lo stesse tenendo stretto per i piedi, come se due mani non volessero che scappasse, come se ci fosse ancora qualcuno in mezzo alle piccole capanne che bruciavano.
Sapeva che doveva muoversi verso est, oltre il piccolo fiume, dove aveva la piccola capanna in sasso, l’ultima ed unica cosa che gli era rimasta, altrimenti le fiamme lo avrebbero raggiunto molto presto.
“Cosa devo fare?”- continuava a ripetersi – “Cos’è successo alla mia famiglia? Perché tutto sta bruciando? Chi è stato a fare tutto questo?”. Non sapeva come reagire e nemmeno come muoversi…era in preda al panico e il fuoco era ormai a poche decine di metri da lui.
“Devo scappare, ora, o sarà la fine anche per me!”
Finalmente riuscì a fare qualche passo, poi iniziò a correre sempre più veloce, con le lacrime che gli scendevano lungo le guance per poi disperdersi dietro di lui. Non smetteva di correre, nonostante le gambe gli tremassero. Non prese nessuna direzione. Bastava solo correre, scappare, mettersi in salvo.
Tutto ad un tratto, sentì una voce che diceva:
“Corri Altran! Corri!”
Quella voce non era estranea. Assieme ad essa, arrivarono anche altre strane presenze, tutte familiari. Più le voci parlavano e più lui correva, senza mai cadere o rallentare.
Poi vide una sagoma in lontananza. Era una persona vera? Era solamente frutto della sua immaginazione? Altran cercò di chiamare quella persona, ma essa non dava segni di vita. Ormai era molto vicina; era vestita di bianco, con lunghi capelli castani.
“Mamma!”
La persona e Altran erano a meno di due metri di distanza. In pochi istanti, si trovarono faccia a faccia e Altran era sicuro che quella fosse sua madre. Fece uno scatto, per abbracciarla, ma lei mise la mano destra davanti a sé e gli disse:
“Aeoin”.
Poi svanì nel nulla. Altran sapeva che cosa gli aveva detto sua madre, “aeoin” era infatti il nome del falco del totem della sua tribù. Strane leggende giravano intorno al totem e una di quelle diceva che se una persona avesse avuto bisogno, aeoin le sarebbe venuto incontro, qualsiasi fosse stata la sua situazione.
“Il Monte del Volo! È lì che si trova il totem!”
In pochi istanti riprese a camminare, con ogni speranza rivolta verso il Monte del Volo.
-Fine prima parte-

Andrea Dallari

CHINA IS BETTER!

Avete voglia di partire per un’esperienza all’estero ma non ne siete pienamente convinti?
Avete voglia di scoprire un mondo diverso da quello da cui provenite?
Howl vi porta come testimonianza l’esperienza di una compagna di Istituto.

La Cina è ormai diventata un luogo nell’immaginario collettivo costituito da un incrocio di leggende metropolitane, false credenze e numerosi pregiudizi.
Quante volte abbiamo sentito dire “I cinesi sono tutti uguali”, “la Cina è solo una grande fabbrica!”..?
Questo perché l’occidente ha sempre preferito esorcizzare la realtà piuttosto che affrontarla.
Possiamo allora arrivare al concetto di “xenofobia” (Xeno=straniero, Fobia=paura) ossia la paura del diverso che è superabile soltanto attraverso la conoscenza, la possibilità di mettere alla luce le diversità per capirle ed accettarle.

Il racconto che vi portiamo è quello di Francesca Triglia, giunta ormai all’ultimo anno del liceo scientifico, e tornata da poco in Italia dopo 10 mesi trascorsi nello Stato asiatico.
Ha risieduto nel capoluogo di una regione situata a nord-est della Cina, al confine con la Russia e la Mongolia e si ritiene soddisfatta del livello linguistico raggiunto, dimostrandosi modesta con un “ma avrei potuto fare anche meglio”.
Si è esposta in maniera decisamente orgogliosa e realizzata rispetto alla sua esperienza, si è trovata molto bene con la gente del posto definendoli disponibili e molto accoglienti.
Nonostante le notevoli differenze rispetto al nostro Paese, a partire da quelle a livello scolastico, non ha trovato alcuna difficoltà nell’ambientarsi, al contrario del pensiero comune.
Ha stretto forti amicizie con molte persone e, grazie ad Internet, ha ancora la possibilità di mantenere i rapporti.

E’ stato difficoltoso ambientarsi?”
“No, al contrario di quello che si pensa solitamente. I cinesi sono carini!Come modo di fare intendo.. “
Cosa ti è mancato dell’Italia?Di casa tua?”
“Niente”“Cosa ti mancherà di più della Cina?”
“Sicuramente gli amici, poi la scuola e il cibo che è davvero buonissimo!”
Potresti descriverci una giornata tipo?”
“La mia giornata era piuttosto lunga ed intensa.
Sveglia alle 5.30, alle 7.00 ero a scuola fino alle 19.00 con una pausa pranzo di 45 minuti, per poi tornare a casa e studiare fino circa a mezzanotte”
Cos’hai imparato di te stessa durante questo viaggio?”
“Quando si fanno esperienze di questo tipo si impara sempre qualcosa, io ho imparato a cavarmela, perché sono cose che , prima di provarle, portano a pensare: “ Non ce la farò mai!”, poi ti ci trovi dentro e impari a sbrigartela da solo.”
“Quanto pensi che questa esperienza possa andare ad incidere sul tuo futuro?”
“ Beh, la mia aspirazione sarebbe quella di andare a lavorare là, o in un’azienda di marketing oppure nell’ambito ospedaliero. Quando ero là ho persino ricevuto una proposta di lavoro presso un ospedale!”
“Ora invece sei tu ad ospitare un ragazzo straniero, tedesco,a casa tua. Come sta andando quest’altra esperienza?”
“Direi bene anche se la definirei piuttosto impegnativa.”

Ora vi sentite pronti a partite o siete ancora più confusi?
Sperando di esservi stata d'aiuto,


Giulia Bedini.