Primo gennaio 1948: entrata in vigore della Costituzione; data importante, indelebile, una passo avanti, una svolta verso la democrazia tentando di cancellare le barbarie del ventennio fascista.
60 anni della costituzione italiana. E per questo importante anniversario che l’ associazione culturale “La Fenice” ha organizzato, nelle giornate 11-12 ottobre, un breve ma intenso viaggio sulle orme della costituzione, arrivando alle radici di quel famoso 1948 attraverso testimonianze, racconti e luoghi che hanno lasciato una ferita ancora aperta nella storia del nostro paese.
Montesole-Barbiana Dossetti- Milani.
Nomi, luoghi, parole chiave.
Il nostro punto di partenza è stato il parco storico regionale di Montesole, il parco ricopre l’area coinvolta nel terribile eccidio di Montesole avvenuto nel 1944 quando la violenza nazi-fascista arrivò in questo zone e portò inevitabilmente gli spettri della morte e del terrore.
Le truppe nazi-fasciste si avventarono sulle abitazioni, sulle scuole, sulle chiese, uccidendo selvaggiamente i pochi abitanti, saccheggiando, bruciando in nome della croce uncinata.
Gli abitanti non riuscirono a mettersi in salvo, forse ingenui, rassegnati o semplicemente inconsci di quello che stava per succedere
la crudeltà sovraumana che incombeva pesatamente nell’animo delle truppe uccise 770 persone nei modi più violenti e brutali.
Le voci che cominciarono a spargersi relative a quei giorni di terribile inumanità furono negate dalle autorità fasciste indicandole come false.
Solo grazie alla liberazione si incominciò a capire cos’era effettivamente successo in quelle giornate piene di follia e d’orrore.
L’itinerario che abbiamo seguito, passo dopo passo, ci presenta come furono violentemente colpite queste zone, grande palcoscenico non solo dell’eccidio, ma anche della resistenza avvenuta in seguito.
Successivamente ci è stata presentata un importante figura : Don Giuseppe Dossetti, personaggio carismatico, membro attivo della cosiddetta commissione dei 75 che elaborò la prima bozza della costituzione.
Dossetti nasce il 13 febbraio 1913 a Genova , dopo aver frequentato il liceo classico a Reggio Emilia, s’iscrive a Giurisprudenza a Bologna dove si laurea nel 1934. Nell’autunno dello stesso anno si trasferisce a Milano all’università cattolica e diventa assistente di Diritto Canonico. Nel febbraio del 1945 entra in clandestinità e sale in montagna dove soggiorna fino alla liberazione.
Finita la guerra diviene vicesegretario della DC, fu membro dell’assemblea Costituente, diede il suo importante contributo alla stesura della carta costituente.
Nel 68 si dedicò completamente alla guida della sua comunità religiosa. Nel 84 ricevette la diaconia di Montesole.
Muore il 15 dicembre del 1996 e fu sepolto insieme ai martiri dell’eccidio nel piccolo cimitero di Montesole.
Dossetti fa un importante appello ai giovani dichiarando di non dimenticare la costituzione sol perché è stata “opera di una generazione ormai trascorsa” ma facendone sempre affidamento, poiché punto di riferimento e primo risultato verso un futuro pieno di libertà e diritti.
Il 12 ottobre è stata la giornata dedicata interamente alla scuola, alla scuola di un tempo: la scuola di Barbiana avente un unico ,grande maestro: Don Lorenzo Milani.
Don Milani arrivò a Barbiana il 7 dicembre del 1954.
Dopo poco incominciò a radunare nuovi giovani delle vicinanze di quel paesino di montagna. Egli sperimentò un nuovo tipo d’istruzione, basata sul motto “ I care” letteralmente "Io mi prendo cura" (in dichiarata contrapposizione al "Me ne frego" fascista).
Per arrivare in questo piccolo borgo abbiamo percorso alcuni chilometri a piedi, attraversando quelle strade che allora,portavano i giovani ragazzi verso un’istruzione alternativa.
La figura di Milani ci viene descritta dettagliatamente da un ex alunno: Michele. Egli ci ha illustrato come le lezioni venivano strutturate, come si mescolavano tra loro la praticità e lo studio, con quale dedizione Don Milani esponeva le proprie ragioni d’insegnamento. L’ex alunno ricorda nitidamente il metodo alternativo con il quale il maestro catturava l’attenzione e la grande stima in ognuno di loro. La scuola di Barbiana era un’esperienza educativa. Era una scuola aperta, dove il programma era condiviso dagli allievi, le idee del maestro erano spesso rivoluzionarie e inoltre, vi era un rapporto molto stretto tra colui che insegnava,e colui che apprendeva.
Don Milani muore il 26 giugno del 1967.
Le suo spoglie sono oggi ospitate in un piccolo cimitero ai piedi del borgo. Questo tipo d’insegnamento, può essere interpretato come una specie d’utopia, proprio perché non sarebbe possibile legare tra loro la praticità, lo studio e il lavoro soprattutto nella scuola odierna.
La grande differenza tra la scuola di Barbiana e la scuola d’oggi è che allora oltre alla matematica, alla storia e all’italiano si parlava d’ideali,
si parlava di futuro, di condivisione, di realtà.
Non vi erano differenze, l’uguaglianza era alla base dell’insegnamento,
l’approfondimento delle singole materie dava il giusto slancio verso una cultura individuale e sufficientemente resistente da poter essere tramandata.
Sara Fabbiani
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