Ne parlano tutti, ne discutono tutti, ne dicono tutti…
La legge dei Dico è uno di quegli argomenti che t’impongono una scelta radicale: o stai dalla loro parte, o li disprezzi…
Solo che spesso queste scelte condizionano i nostri rapporti con gli altri, facendoci acquistare o perdere punti nella loro personale Top Ten dei Migliori Amici.
Finisce che, quando si parla con un cattolico super convinto e assolutamente anti-gay, viene da dire: “Ah, io, guarda, i gay non li sopporto proprio! Odio i Dico!”
Mentre con uno che vuole andare tutti i costi contro la chiesa, perché magari gli sta sulle palle il nuovo papa o il cardinale Ruini, si urla: “W i Dico! Li adoro, li amo, sono assolutamente d’accordo!”.
Oppure c’è chi ripete a pappagallo quello che ha sentito dire da suo padre, o chi è indeciso e dice che non gliene può fregare di meno.
Alla fine nessuno ha un’opinione propria.
Cosa assolutamente sbagliata, perché questo è un fatto che riguarda tutti: ognuno di noi, o dei nostri amici più insospettabili, potrebbe riscoprirsi attratto dal proprio sesso.
Non ci si può tirare indietro e cercare di proteggersi con un: “Tanto a me non capita”. E se capitasse, come ci si comporterebbe?
Bisogna capire il problema, prima di poter dire quello che si pensa.
E come fai a farlo se saltelli da un ideale all’altro senza capire chi ha ragione?
Analizziamo la situazione dalla parte del papa.
La famiglia è sacra, non si tocca e va protetta in tutti i modi. Infatti, cosa c’è di più importante nella nostra vita? La famiglia è l’appiglio più sicuro quando si rischia di cadere e non si può rovinarla con matrimoni o unioni tra due uomini o due donne. E questo è quello che più o meno tutti pensiamo, ma credo che sia spontaneo porre un’obiezione.
Ovvero: se di fronte a Dio siamo tutti uguali (considerato che siamo tutti fratelli), perché discriminare in modo così duro gay e lesbiche?
Non è uno scherzo. L’ho chiesto a un cattolico convintissimo, amico di mia nonna, che come idolo più grande ha Ruini: e lui, dopo averci pensato un po’ senza trovare una scusa decente, mi ha risposto: “Mah!”
E già, perché questo è un controsenso. Ragazzi ci siamo fregati da soli!
Siamo daccapo: salvare la famiglia, o i diritti delle coppie, omosessuali e non?
La risposta ce l’ho già. Non è un compromesso, né una mediazione; è soltanto la verità che secondo me conosciamo già tutti: possiamo salvare entrambi, facendo una semplice cosa che, però, per i giorni nostri è molto difficile da compiere. Non impicciarci delle cose private degli altri. Tirare il nostro mostruoso nasone fuori dalla vita delle persone che ci ruotano intorno.
Cosa me ne frega se il mio vicino va a letto con un uomo? O se la migliore amica della cugina di terzo grado della figlia della parrucchiera di mia prozia ha una fidanzata?
Meglio per loro che non sono più single! Intanto tutti gli altri eterosessuali del pianeta Terra possono continuare a sposarsi tranquillamente e fare tre dozzine di figli ogni decina d’anni.
Non credo che nessuno di loro si senta particolarmente minacciato dall’esistenza dei loro fratelli gay o delle loro sorelle lesbiche.
Nessun omosessuale ha mai minacciato mio padre (uomo sposato con donna) con una pistola all’uscita dal bar solo per la scelta che ha fatto, e le possibilità che succeda sono molto basse.
Forse mi sono persa gli ultimi gossip, ma non mi è giunta voce che il Presidente del Gay Pride abbia mai mandato una querela alla Chiesa per impedirle di celebrare i matrimoni.
Ricordiamoci del proverbio da nonno saggio: vivi e lascia vivere; e per una volta proviamo ad applicarlo sul serio.
Disegno di Mitarashi
Chiara Nizzi
4 commenti:
Occhio! Vi bado, anche qui. Fate a modo.
G.
Grande Giorgio!
Contiamo sul suo supporto!
E' di nuovo attivo il link a questo blog, dal sito dell'Istituto. Enjoy!
Ragazzi, aggiornate il blog. Sennò, che blog è?
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