giovedì 9 giugno 2011

EDITORIALE n°17, di Sara Fabbiani

Howl grida forte, descrive, riflette, scalpita e arri-va vittorioso fino al suo 17° numero. Howl in tutti questi anni è cresciuto pian piano, senza fermarsi mai. Howl è il ragazzino di 17 anni che non vuole tacere mai, che vuole dire no quando deve dire no e sorride con un si quando è il momento giu-sto, sa il fatto suo e sventola la sua bandiera, tut-te le volte che può, che questa sia verde, gialla o rossa. Non si vende, mai. Racconta e non smette più di farlo, ormai ci ha preso gusto e si gusta il piacere dell’avventura e del nuovo, si stupisce ancora come un bambino e arrossisce come un innamorato. Ne ha visti di volti belli e ridicoli, incazzati e tristi, allegri e vivaci che lo leggevano, magari a voce alta, magari sotto voce, magari emozionati, magari incuriositi, magari.
Ha avuto dei momenti di smarrimento proprio come noi, senza sapere cosa fare o dove andare, ha avuto paura della stampa e della censura, pau-ra del mondo e dell’indifferenza. Si dell’indifferenza e della banalità. Questo fa paura anche a me e forse fa paura anche a te, si parlo con te che ora stai leggendo queste poche righe. Temo la cattiveria, la svogliatezza e l’oblio, il nulla che ci risucchia in un vortice , senza fine, senza inizio. Ma non voglio rattristarvi, no, voglio solo dire a te che l’anno prossimo se sarai qui o da qualche altra parte del mondo tieniti in mente il nome Howl, tieniti in mente il suono delle sue parole e delle sue grida. Per Howl il tramonto non esiste se non per brevi attimi prima della sera, Howl è un romantico, è un chiacchierone e un compagno fedele. Howl non conosce addio e spero che non lo conosca mai.
Si questo 2011 sembra infinito, sembra che que-sto anno non voglia mai arrivare alla fine o che ci voglia arrivare con un finale trionfale, dopo il risveglio del nord Africa, dopo il referendum do-po i 150 anni dell’unità d’Italia, dopo cosa c’è? Non la fine del mondo sicuramente.
Howl, insieme a noi, non dimentica mai il passato e scalpita per sapere come sarà il suo futuro, si nutre delle tue idee e ti bisbiglia all’orecchio an-cora una volta, una frase , una di quelle forti e potenti, non una frase qualsiasi, una frase da poe-ta, “Figlio mio,ci pensi un giorno? tutto questo sarà tuo” e se lo dice lui, io ci credo, senza dubbi.
Buon fine anno, buon esame, buona vita.

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