Dalla curva di Branciglia, nei pressi di Pantano di Carpineti, spuntano i miei amici. Dal passo un po’ sbilenco o dal colore della sciarpa li identifico. Con il suo rumore pesante e la sua mole spunta la corriera delle 7:15. Quando salgo è già affollata di studenti che arrivano da Leguigno e Casina.
Chi non trova il posto a sedere è un po’ imbronciato, come capita a me qualche volta, e allora si lancia lo zaino a un amico più fortunato. È già cominciato lo scherzo e il gioco “Promesse d’amore”, i più timidi arrossiscono e balbettano tra le risate generali. Abbiamo raccolto una testimonianza in diretta: “Io lo subii in prima persona, in prima superiore” racconta una ragazza di Carpineti “Un nugolo di ragazzi dal fondo della corriera mi ha incantonato in un angolo costringendo il loro amico più timido a farmi una dichiarazione d’amore”. L’avventura ha risvolti ancora più inaspettati: “Lo minacciavano di imbrattargli la faccia con un pennarello indelebile se non mi cantava una canzone, mentre io provavo a difenderlo”.
Girando lo sguardo, riconosco altri miei amici, con le chiome arruffate o i ciuffi incollati dal gel. Sui visi ancora giovani, c’è un po’ di barba fatta in fretta; “Brufolo Bill” cerca di nascondersi, voltando il viso al finestrino, al passaggio delle ragazze che salgono. A Felina bisogna stringersi perché arrivano altri studenti. Qualcuno conta i minuti che ci separano dall’arrivo a scuola e sospirando dice: “Tra due ore avrò finito il compito di Matematica”.
Per rilassarsi, qualcuno si stravacca coi piedi sul sedile ascoltando l’ Mp3; per dirla tutta, proprio sinceramente, anche io a volte sono un po’ svaccato. Due miei amici parlano continuamente di computer e giochi, sembrano un disco e qualcuno ridacchia.
Vedo amici assorti con la testa appoggiata sul finestrino, sembrano guardare il paesaggio, ma conoscendoli so che sono preoccupati per un’interrogazione o una verifica.
Cerco anch’io di appoggiarmi al sedile, ma c’è una cicca appiccicaticcia. Davanti a me sono disegnati cuori con i nomi degli innamorati e scritte osé.
C’è un gran vocio che si mescola con le suonerie dei cellulari, all’improvviso tutto un subbuglio e poi immediato il silenzio. Sale il controllore, detto amichevolmente “Gestapo”: tutti scattano con l’abbonamento in mano, qualcuno si fa strada per obliterare il biglietto all’ultimo momento, con la speranza di non essere beccato. Cerchiamo di essere solidali, aiutandoci a vicenda: ormai ci conosciamo tutti, anche una quasi matricola come me che sono solo due anni che viaggio in corriera.
A Castelnovo Monti si arriva alle 7:50, un esercito scende in fretta occupando il marciapiede facendo così irritare l’autista. Mi aggiusto lo zaino e il ciuffo ribelle; un ragazzo cammina con il libro di storia, forse sarà interrogato.
La salita che porta alla scuola è piena di studenti, si sentono ancora risate, vedo ancora qualche viso preoccupato. Nel piazzale ci sono già parcheggiate le auto delle insegnanti che ci aspettano al varco. Giù continua il via vai di giovani: l’ultima corriera è appena arrivata.
(Foto di Sara Fabbiani)
Sebastiano Beretti
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