mercoledì 23 gennaio 2008

Nella memoria: un viaggio che scava dentro

Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa abbatterono i cancelli di Auschwitz e rivelarono al mondo intero l’orrore del genocidio nazista. Sessantadue anni dopo si sono commemorate le vittime dell'Olocausto celebrando il Giorno della Memoria.
Il Treno della Memoria è partito e non dovrebbe fermarsi mai più: i ragazzi di un liceo di Castelnovo Monti, in provincia di Reggio Emilia, raccontano le impressioni dalla loro gita, che diventa qualcosa di più di un semplice “viaggio d’istruzione”.
Le visite ai lager di Auschwitz e di Birkenau, luoghi simbolo della Shoah, l’incontro a Cracovia con gli altri ragazzi venuti dal resto d’Europa, le discussioni con i reduci sono ricordi, entusiasmo, stanchezza, commozione. Un viaggio che cambia le persone perché è un viaggio che scava dentro.
“ARBEIT MACHT FREI” significa il lavoro rende liberi, ma dopo solo un passo la speranza di questa frase lascia spazio ad un’incontenibile esplosione di sensi.
Gli occhi si fanno lucidi, mentre invano tentano di catturare in un solo sguardo la vastità di quell’orrore; il naso si impregna di un acre odore di terra, impastata dalla cenere di milioni di numeri che, dopo aver volteggiato nell’aria, si sono riposati lì, dove avevano mosso gli ultimi passi prima di conoscere una morte studiata e organizzata con rigore militare; le orecchie riescono a cogliere solo il frusciare del vento, perché tutt’attorno il mondo sembra immobile; infine la bocca si riempie di parole e grida che però gelano prima di arrivare alle labbra, sopraffatte dall’incredulità e dall’angoscia.
Nonostante questo è impossibile rendersi realmente conto di ciò che è stato: nessuna persona mentalmente sana riuscirebbe ad accettare e realizzare un così enorme eccidio. Per questo chi ha vissuto questa esperienza deve gridarla a tutto il mondo! Ben vengano le lacrime e l’ira a far da contorno ai loro racconti, per testimoniare ancora di più che questi campi miravano ad intaccare prima di tutto la dignità dell’uomo, al punto da portarlo a considerare la morte come un sollievo o, se provocata da altri, un atto di bontà.
(Foto: manifesto dell'iniziativa "il Treno della Memoria)

Simone Zini

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