Possiamo paragonare la Terra ad una mensa dove gli uomini vanno a mangiare tutti i giorni della loro vita.
Ecco, a questa mensa servono solo broccoli; broccoli a colazione, broccoli a pranzo, broccoli a cena.
Tutti sono convinti che essi siano l'unico alimento esistente al mondo, non essendosi mai nutriti d'altro.
Finché, un giorno diverso per ciascuno, a tutti presentano davanti un budino al cioccolato etichettato con il nome del suo proprietario, il solo che può nutrirsene.
Quest'uomo annusa il budino e pensa che sia cosa buona, ma non gli è dato di sapere se da quel momento potrà averne uno ogni giorno oppure se sarà la prima e ultima volta che potrà mangiarne; semplicemente la signora della mensa gli dice "Tesoro, sbrigati a pappartelo altrimenti lo butto".
Ora, l'uomo decide di gettare il suo budino insieme alle bucce di banana, mentre un suo compagno, quando viene il suo momento, decide di nutrirsi del proprio.
Il primo mangerà di broccoli per sempre chiedendosi fino alla morte " chissà di cosa sapeva.." mentre il secondo assaporerà ogni goccia di quel cibo e penserà che esiste davvero quel tipo alto con la barba, sì, Babbo Natale.
Ma quando tornerà a cibarsi di broccoli egli desidererà di non avere mai mangiato il budino perché i broccoli gli sembreranno...broccoli e ogni giorno supplicherà la signora della mensa di averne "solo un' altra goccia!!" ed ella gli risponderà "La verdura è tutta salute, bellezza".
A quell'uomo resterà solo il ricordo del sapore sublime del budino, ricordo che lo tormenterà per tutta la vita bucandogli mente e stomaco.
Ora,quale dei due uomini è più felice?
Pensate dunque e state pronti, perché non sapete né il giorno né l'ora in cui il vostro budino vi sarà servito.
Anna Palazzi
mercoledì 4 novembre 2009
KOLN CONCERT
"Secondo me la miglior musica è sempre quella che suona come
se non ci fosse stato nulla di scritto prima di essa.
Se possibile, bisogna sempre tornare a ripartire dal silenzio”
Keith Jarrett
se non ci fosse stato nulla di scritto prima di essa.
Se possibile, bisogna sempre tornare a ripartire dal silenzio”
Keith Jarrett
Come parlare di uno dei più grandi musicisti del secolo?
Come parlare del pianista cresciuto alla corte di Miles Davis: Keith Jarrett?
Come parlare del "Koln Concert", del "concerto di Colonia"?
Come parlare del più grande disco di piano jazz della storia dell'umanità?
Quello che ha venduto tre milioni e mezzo di copie?
Si potrebbe iniziare facendo un' analisi stilistico-musicale della cosa ma, obbiettivamente, che senso avrebbe?
La sera del 24 gennaio 1975, data della registrazione del disco, all'Opera Haus di Colonia, chi avrebbe mai immaginato che, seduto davanti a un pianoforte scordato, Jarrett avrebbe suonato ciò che viene ricordato come la più grande improvvisazione di sempre?
Sì, improvvisazione.
Perchè è tutto improvvisato.
Jarrett è sempre stato famoso per questo ma, a mio parere, con questo concerto a toccato veramente l' apice.
E' talmente perfetto il "Koln Concert"!
Talmente pieno di vita, di gioia, di infinita tristezza.
E' malinconico, vivo, complesso e allo stesso tempo di una semplicità sconcertante.
Sembra quasi che le note ti scorrano addosso, infradiciandoti.
Ti scorrono addosso i bassi ostinati, gli accordi ripetuti, le scale, le note pulite, dolcissime.
Sessanta minuti e sei secondi.
Vi invito ad ascoltare questo disco se non l'avete ancora fatto.
Sessanta minuti, sei secondi, non di più.
Vi invito a cercarci la vita, a sentire ogni singola nota come parte di qualcosa di infinito, di più grande di voi.
Vi invito a gustarvelo, ad assaggiarne ogni singolo pezzo, quasi fosse una prelibata pietanza.
Vi invito a viverlo come esperienza totalizzante.
Entrate nel concerto di Colonia, camminatevi, commuovetevi, gridate.
Qualcuno chiese a Jarrett di trascrivere il “Koln Concert” la sua risposta fu che il concerto doveva andarsene così come era venuto.
Io spero che il “Concerto di Colonia” non se ne vada.
Mai.
Benedetta Valdesalici
FACCIA A FACCIA CON LO SQUALO
Poco tempo fa, mentre ero nel negozio di mia madre a fare finta di lavorare, mi è capitato di ascoltare una conversazione che tra lei e una sua amica, Antonella. Parlando del più e del meno si era lasciata sfuggire una frase interessante: “Sì, beh, io ero terrorizzata…come quando mi sono trovata faccia a faccia con uno squalo vero!”
Voi non vi sareste incuriositi? Naturalmente, chiunque al mondo sogna di vedere uno squalo dal vivo! Almeno io sì, così ho cominciato a farle qualche domanda… ed è saltato fuori che ha fatto un sacco di esperienze entusiasmanti per amore dello sport e soprattutto dell’intensa attività fisica.
Ecco un piccolo resoconto delle sue avventure marine:
Per quanto tempo hai fatto sub?
Per circa 10 anni. È bellissimo.
Ci credo! che emozioni ti dava?
Soprattutto estrema libertà. Noi viviamo in una società molto caotica. Sott’acqua ovviamente è il contrario: ti trovi di colpo in un mondo totalmente diverso! Buio, ovattato e silenzioso. A così tanti metri sott’acqua vivi le esperienze in modo completamente diverso, Più intenso, quasi. Come se i secondi fossero più nitidi. E poi direi che è meraviglioso essere letteralmente immersi nella natura.
Posso solo immaginare l’intensità dell’esperienza di incontrare uno squalo, allora! Dove l’hai visto?
(Ride) ero nelle Isole Mauritious, con la mia compagna di sub. Quello era uno squalo limone, in inglese ‘shark lemon’. Poi sono stata anche negli Stati Uniti e in Polinesia.
E' l’unico esemplare che hai visto durante le tue varie immersioni?
No, no, ne ho visti cinque o sei, ma in occasioni diverse. In più ho visto tante altre specie di pesci. I più belli sono i pesci pagliaccio e le mante.
Hai detto che eri con un’altra ragazza…
Sì, quando fai questo tipo di sport è importante essere almeno in due. Sai, così ci si può aiutare a vicenda se ci sono momenti di difficoltà. È meglio avere qualcuno a cui affidarsi…
Perché, a parte i grossi pesci con i dentoni affilati, ci possono essere anche altri pericoli, vero?
Sì. Per esempio…è molto brutto andare in narcosi d’azoto. È detta anche ebbrezza da alti fondali. Praticamente, succede quando vai molto velocemente troppo in profondità, sotto i 30 metri, per intenderci. Nella bombola è contenuto anche dell’azoto che è un gas che compone l’aria che respiriamo. Dopo è tutto un combinarsi di pressione: essendocene troppa all’esterno, il gas all’interno si comprime diventando dannoso per il nostro organismo.
Che effetti ha?
Ti sembra di essere drogato. Una volta a questa mia amica è successo di finire in narcosi e quando siamo risalite in superficie mi ha raccontato eccitatissima che aveva visto degli orsetti blu!! Quando è capitato a me, continuavo ad avere l’impressione che dal muro d’acqua scura intorno a me stesse arrivando qualcuno che suonava delle campanelle. Roba da matti! Se non si è esperti bisogna sempre seguire il Live-master, che è l’esperto che può riportarti fuori.
A parte tutto, tra Mauritius e Polinesia avrai visto scenari stupendi…
Sì, puoi dirlo! La barriera corallina, poi, è mozzafiato. Soprattutto per le forme dei coralli e i loro colori. Nel passaggio dove i coralli finiscono e comincia il vero e proprio mare aperto, la corrente è fortissima a causa della marea che va e viene. Senti proprio tutta la potenza del mare. Una volta sono stata sbattuta da un’ondata dritta dritta sui coralli. Sono taglienti. Aveva la gamba piena di graffietti.
Ma ne vale la pena?
Sì, ne sono convinta. sono queste le esperienze che ti fanno capire quanto è bello vivere.
Per chi è curioso in materia. Dove ci si potrebbe informare di più?
Hmm…beh, dovrebbero esserci tanti siti. Io ho dovuto fare prima alcuni corsi di apnea eccetera, per ottenere un brevetto come ad esempio l’SSI [n.d.r Scuba Schools International] che ti viene riconosciuto in tutto il mondo.
Chiara Nizzi
Voi non vi sareste incuriositi? Naturalmente, chiunque al mondo sogna di vedere uno squalo dal vivo! Almeno io sì, così ho cominciato a farle qualche domanda… ed è saltato fuori che ha fatto un sacco di esperienze entusiasmanti per amore dello sport e soprattutto dell’intensa attività fisica.
Ecco un piccolo resoconto delle sue avventure marine:
Per quanto tempo hai fatto sub?
Per circa 10 anni. È bellissimo.
Ci credo! che emozioni ti dava?
Soprattutto estrema libertà. Noi viviamo in una società molto caotica. Sott’acqua ovviamente è il contrario: ti trovi di colpo in un mondo totalmente diverso! Buio, ovattato e silenzioso. A così tanti metri sott’acqua vivi le esperienze in modo completamente diverso, Più intenso, quasi. Come se i secondi fossero più nitidi. E poi direi che è meraviglioso essere letteralmente immersi nella natura.
Posso solo immaginare l’intensità dell’esperienza di incontrare uno squalo, allora! Dove l’hai visto?
(Ride) ero nelle Isole Mauritious, con la mia compagna di sub. Quello era uno squalo limone, in inglese ‘shark lemon’. Poi sono stata anche negli Stati Uniti e in Polinesia.
E' l’unico esemplare che hai visto durante le tue varie immersioni?
No, no, ne ho visti cinque o sei, ma in occasioni diverse. In più ho visto tante altre specie di pesci. I più belli sono i pesci pagliaccio e le mante.
Hai detto che eri con un’altra ragazza…
Sì, quando fai questo tipo di sport è importante essere almeno in due. Sai, così ci si può aiutare a vicenda se ci sono momenti di difficoltà. È meglio avere qualcuno a cui affidarsi…
Perché, a parte i grossi pesci con i dentoni affilati, ci possono essere anche altri pericoli, vero?
Sì. Per esempio…è molto brutto andare in narcosi d’azoto. È detta anche ebbrezza da alti fondali. Praticamente, succede quando vai molto velocemente troppo in profondità, sotto i 30 metri, per intenderci. Nella bombola è contenuto anche dell’azoto che è un gas che compone l’aria che respiriamo. Dopo è tutto un combinarsi di pressione: essendocene troppa all’esterno, il gas all’interno si comprime diventando dannoso per il nostro organismo.
Che effetti ha?
Ti sembra di essere drogato. Una volta a questa mia amica è successo di finire in narcosi e quando siamo risalite in superficie mi ha raccontato eccitatissima che aveva visto degli orsetti blu!! Quando è capitato a me, continuavo ad avere l’impressione che dal muro d’acqua scura intorno a me stesse arrivando qualcuno che suonava delle campanelle. Roba da matti! Se non si è esperti bisogna sempre seguire il Live-master, che è l’esperto che può riportarti fuori.
A parte tutto, tra Mauritius e Polinesia avrai visto scenari stupendi…
Sì, puoi dirlo! La barriera corallina, poi, è mozzafiato. Soprattutto per le forme dei coralli e i loro colori. Nel passaggio dove i coralli finiscono e comincia il vero e proprio mare aperto, la corrente è fortissima a causa della marea che va e viene. Senti proprio tutta la potenza del mare. Una volta sono stata sbattuta da un’ondata dritta dritta sui coralli. Sono taglienti. Aveva la gamba piena di graffietti.
Ma ne vale la pena?
Sì, ne sono convinta. sono queste le esperienze che ti fanno capire quanto è bello vivere.
Per chi è curioso in materia. Dove ci si potrebbe informare di più?
Hmm…beh, dovrebbero esserci tanti siti. Io ho dovuto fare prima alcuni corsi di apnea eccetera, per ottenere un brevetto come ad esempio l’SSI [n.d.r Scuba Schools International] che ti viene riconosciuto in tutto il mondo.
Chiara Nizzi
domenica 25 ottobre 2009
DOTTOR G.
Ciao ragazzi, vi starete chiedendo il perché di questa nuova rubrica…
Vi rispondo con una domanda: “Sapete perché molte persone sono infelici…?” Potreste rispondermi: “Per il lavoro, per la scuola... La vera risposta, che tutti voi in realtà conoscete, è l’amore.
Le persone soffrono per amore, le persone non hanno problemi quando sono innamorate, le persone non riescono a non amare.
Le persone, però, sono spesso impreparate all’amore.
Qui entro in gioco io, dottor G.
Il mio compito non è farvi innamorare o farvi dimenticare una persona amata, il mio compito è aprirvi gli occhi e mostrarvi che tutto ciò che bisogna fare è seguire il proprio cuore.
Sono qui per voi e con voi, per aiutarvi e mai per giudicarvi.
Scusate la breve premessa, non vorrei dilungarmi troppo e vorrei farvi leggere una lettera di una certa A.F. che mi scrisse tempo fa.
“Ciao dottor G, ho saputo che aiuti spesso ragazzi e ragazze dispensando consigli e vorrei esporti il mio problema.
Mi sento un po' sciocca a scrivere a una persona che non ho mai incontrato ma… non so più che fare.
C' è un ragazzo che mi piace molto ma ogni volta che lo incrocio mi fa sempre la linguaccia.
Io sorrido e passo avanti, senza voltarmi così da non fargli capire che sono arrossita.
Ma credo lo intuisca visto che sento le risa dei suoi amici.
Inoltre c’è un altro problema lui ha 19 anni… più di me.
Aiutami dottor G! Sono nelle tue mani.”
A.F
Cara A.F. ti capisco, anche io spesso mi sono invaghito di ragazze di 19 anni… più piccole, è normale, ma credo che nel tuo caso i ragazzi ridano di te, non del tuo rossore.
Credo inoltre che quel ragazzo adesso si stia facendo un’altra più matura, bella e intelligente di te.
Ma non ti demoralizzare, da qualche parte nel mondo c’è un ragazzo dolcissimo e romantico che sta pensando come chiederti di uscire, quindi non preoccuparti: non cercare lui…è lui che troverà te (magari dagli..un aiuto).
Non ci crederete ma ora A.F. mi ha riscritto dicendomi che ha trovato un ragazzo splendido, e mi è grata di quel che ho fatto.
Vedete ragazzi è questo il bello: non ho fatto proprio nulla.
Spero che abbiate capito il mio compito e che arrivino molte vostre lettere alla redazione di Howl (howl.redazione@gmail.com) .
Io sarò estremamente felice di rispondervi.
(Le lettere possono essere anche anonime, non importa il vostro nome per questa rubrica).
Il vostro Dottor G
Vi rispondo con una domanda: “Sapete perché molte persone sono infelici…?” Potreste rispondermi: “Per il lavoro, per la scuola... La vera risposta, che tutti voi in realtà conoscete, è l’amore.
Le persone soffrono per amore, le persone non hanno problemi quando sono innamorate, le persone non riescono a non amare.
Le persone, però, sono spesso impreparate all’amore.
Qui entro in gioco io, dottor G.
Il mio compito non è farvi innamorare o farvi dimenticare una persona amata, il mio compito è aprirvi gli occhi e mostrarvi che tutto ciò che bisogna fare è seguire il proprio cuore.
Sono qui per voi e con voi, per aiutarvi e mai per giudicarvi.
Scusate la breve premessa, non vorrei dilungarmi troppo e vorrei farvi leggere una lettera di una certa A.F. che mi scrisse tempo fa.
“Ciao dottor G, ho saputo che aiuti spesso ragazzi e ragazze dispensando consigli e vorrei esporti il mio problema.
Mi sento un po' sciocca a scrivere a una persona che non ho mai incontrato ma… non so più che fare.
C' è un ragazzo che mi piace molto ma ogni volta che lo incrocio mi fa sempre la linguaccia.
Io sorrido e passo avanti, senza voltarmi così da non fargli capire che sono arrossita.
Ma credo lo intuisca visto che sento le risa dei suoi amici.
Inoltre c’è un altro problema lui ha 19 anni… più di me.
Aiutami dottor G! Sono nelle tue mani.”
A.F
Cara A.F. ti capisco, anche io spesso mi sono invaghito di ragazze di 19 anni… più piccole, è normale, ma credo che nel tuo caso i ragazzi ridano di te, non del tuo rossore.
Credo inoltre che quel ragazzo adesso si stia facendo un’altra più matura, bella e intelligente di te.
Ma non ti demoralizzare, da qualche parte nel mondo c’è un ragazzo dolcissimo e romantico che sta pensando come chiederti di uscire, quindi non preoccuparti: non cercare lui…è lui che troverà te (magari dagli..un aiuto).
Non ci crederete ma ora A.F. mi ha riscritto dicendomi che ha trovato un ragazzo splendido, e mi è grata di quel che ho fatto.
Vedete ragazzi è questo il bello: non ho fatto proprio nulla.
Spero che abbiate capito il mio compito e che arrivino molte vostre lettere alla redazione di Howl (howl.redazione@gmail.com) .
Io sarò estremamente felice di rispondervi.
(Le lettere possono essere anche anonime, non importa il vostro nome per questa rubrica).
Il vostro Dottor G
IL RAFFREDDORE NON HA MAI FATTO COSì PAURA -Numero 10-
1° ottobre 2009 : la società accoglie tra le sue braccia tentacolari il tanto atteso vaccino contro l’influenza A/H1N1.
Un nome che sembra già richiamare paura e insicurezza portando inevitabilmente la gente a credere sempre di più ai mass-media, creatori di una realtà esagerata e allarmista, costruita utilizzando un unico strumento: il terrore.
Sì, esatto, terrore.
Tutte le fonti d’informazione ci hanno bombardato giorno dopo giorno parlandoci di questa nuova influenza che si sta diffondendo in Europa.
Chiunque sa già quali sono gli effetti e da dove viene questo virus, quindi non vi starò ad assillare con informazioni che oramai tutti conoscono; vorrei, però, parlare del nocciolo della questione, di ciò di cui tanto si è detto in questi mesi attendendo ansiosamente la data d’inizio: il via al vaccino contro la temutissima influenza A/H1N1.
I medici e le persone che lavorano nei servizi sono stati i primi a ricevere il benefico elisir, poi è stato il turno delle categorie “a rischio” (i malati cronici e bambini con gravi malattie cardio-respiratorie) mentre i giovani fino ai 27 anni dovranno attendere pazientemente fino a gennaio 2010.
Ma la domanda che sporge spontanea è questa: Cosa contiene il vaccino e quali sono le sue controindicazioni?
Di solito i componenti dei vaccini sono virus morti o depotenziati, ma anche antibiotici e sostanze chimiche… il vaccino che è stato somministrato in Italia a causa della pandemia contiene invece una sostanza chiamata MF59 , conosciuto anche come Squalene , che ha lo scopo di aumentare la risposta immunitaria del nostro corpo alla malattia.
Inoltre lo Squalene è una sostanza già presente all’interno del nostro organismo e, in particolar modo, nel sistema nervoso.
Questo fatto non darebbe, in una situazione normale, alcuna ragione al sistema immunitario di aggredirlo.
Al contrario, quando la sostanza in questione viene iniettata, questa ha un “anormale” ingresso all’interno del corpo che fa si che venga considerata nociva dal sistema immunitario e, di conseguenza, aggredita ovunque si trovi (dal sangue al sistema nervoso).
Non male, come primo effetto collaterale.
L’influenza crea il panico tra persone incapaci di documentarsi. Ricordiamoci, però, che tutto quello che dicono i giornali ed i mass-media in generale non sono verità assolute! Non è informazione, ma un insulto all’intelligenza umana… basta aprire qualsiasi sito libero ed indipendente per capire cosa ci stanno facendo credere!
Allora iniziamo a farci delle domande, ad essere critici e attivi nel mondo in cui viviamo.
Pensate forse che questa Influenza non sia un business per le case farmaceutiche? Ma certo che si.
La Novartis, la famosa multinazionale svizzera che opera nel settore farmaceutico, risponde alle necessità di mercato, ovvero a tutte quelle persone che temono il virus.
Dopo le numerosissime richieste, il colosso farmaceutico ha prodotto il vaccino in questione, ovviamente senza testarlo adeguatamente poiché il tempo non è stato sufficiente, e a questo ha aggiunto lo squalene che lo rende più potente e permette di venderne una quantità di dosi che risponde maggiormente alle richieste.
Tutto ciò viene fatto per denaro, per quel mercato fittizio creato ovviamente dai media e dall’OMS ingigantendo le insicurezze della società.
Ora vi riporto le parole del Dott. Viera Scheibner: “Lo squalene contribuì alle reazioni a cascata chiamate “Gulf War Syndrome” (sindrome della Guerra del Golfo) documentate nei soldati coinvolti nella guerra del Golfo.
I Sintomi da loro sviluppati includevano: artrite, fibromialgia, adenopatia, irritazioni cutanee fotosensitive, fatica cronica, emicranie croniche, perdita abnorme di peli, lesioni cutanee non guaribili, ulcere da afte, vertigini, debolezza, perdita di memoria, attacchi epilettici, cambi di umore, problemi neuropsichiatrici, effetti antitiroidei, anemia, alto tasso di sedimentazione degli eritrociti, lupus eritematoso sistemico, sclerosi multipla, fenomeno di Raynaud, sindrome di Sjorgren, diarrea cronica etc.”
Alquanto scioccante.
E io, noi, dovremmo prendere un vaccino che teoricamente previene a un determinato virus, ma produce tutti questi effetti collaterali?
Non abbiamo ancora capito che non si può produrre un vaccino in soli 4 mesi e non lo si può testare e controllare in sole due settimane…
In ogni caso, questa temutissima influenza ha un tasso di contagio e mortalità inferiore alla normale influenza stagionale.
La prevenzione è importante: non solo buone norme igieniche, ma anche buona alimentazione, buona forma fisica e buona documentazione.
In circa 5 anni, secondo i giornalisti più fanatici, saremmo dovuti morire almeno 3 volte: una volta per la mucca pazza, un altro anno per l’aviaria e infine per la febbre suina.
Insomma si passano mesi in cui non si fa altro che parlare di nuovi virus che porteranno l’uomo verso un futuro incerto e disastroso; passati un tot di mesi basta, non se ne parla più, e quel determinato bacillo viene accantonato e dimenticato, come se fosse stato bandito dalla faccia della terra.
E noi stiamo qui, zitti, immobili ad accettare questa realtà così fasulla e ipocrita, così evidentemente subdola.
È ora di darci un taglio a questa politica del terrore, gli spettri della società non sono solo la pandemia e il vaccino ma sono ben altri e li abbiamo qui davanti ai nostri occhi. Forse, troppo vicini per accorgerci che sono quelli.
Sara Fabbiani.
Fonti: “Terranauta”
Un nome che sembra già richiamare paura e insicurezza portando inevitabilmente la gente a credere sempre di più ai mass-media, creatori di una realtà esagerata e allarmista, costruita utilizzando un unico strumento: il terrore.
Sì, esatto, terrore.
Tutte le fonti d’informazione ci hanno bombardato giorno dopo giorno parlandoci di questa nuova influenza che si sta diffondendo in Europa.
Chiunque sa già quali sono gli effetti e da dove viene questo virus, quindi non vi starò ad assillare con informazioni che oramai tutti conoscono; vorrei, però, parlare del nocciolo della questione, di ciò di cui tanto si è detto in questi mesi attendendo ansiosamente la data d’inizio: il via al vaccino contro la temutissima influenza A/H1N1.
I medici e le persone che lavorano nei servizi sono stati i primi a ricevere il benefico elisir, poi è stato il turno delle categorie “a rischio” (i malati cronici e bambini con gravi malattie cardio-respiratorie) mentre i giovani fino ai 27 anni dovranno attendere pazientemente fino a gennaio 2010.
Ma la domanda che sporge spontanea è questa: Cosa contiene il vaccino e quali sono le sue controindicazioni?
Di solito i componenti dei vaccini sono virus morti o depotenziati, ma anche antibiotici e sostanze chimiche… il vaccino che è stato somministrato in Italia a causa della pandemia contiene invece una sostanza chiamata MF59 , conosciuto anche come Squalene , che ha lo scopo di aumentare la risposta immunitaria del nostro corpo alla malattia.
Inoltre lo Squalene è una sostanza già presente all’interno del nostro organismo e, in particolar modo, nel sistema nervoso.
Questo fatto non darebbe, in una situazione normale, alcuna ragione al sistema immunitario di aggredirlo.
Al contrario, quando la sostanza in questione viene iniettata, questa ha un “anormale” ingresso all’interno del corpo che fa si che venga considerata nociva dal sistema immunitario e, di conseguenza, aggredita ovunque si trovi (dal sangue al sistema nervoso).
Non male, come primo effetto collaterale.
L’influenza crea il panico tra persone incapaci di documentarsi. Ricordiamoci, però, che tutto quello che dicono i giornali ed i mass-media in generale non sono verità assolute! Non è informazione, ma un insulto all’intelligenza umana… basta aprire qualsiasi sito libero ed indipendente per capire cosa ci stanno facendo credere!
Allora iniziamo a farci delle domande, ad essere critici e attivi nel mondo in cui viviamo.
Pensate forse che questa Influenza non sia un business per le case farmaceutiche? Ma certo che si.
La Novartis, la famosa multinazionale svizzera che opera nel settore farmaceutico, risponde alle necessità di mercato, ovvero a tutte quelle persone che temono il virus.
Dopo le numerosissime richieste, il colosso farmaceutico ha prodotto il vaccino in questione, ovviamente senza testarlo adeguatamente poiché il tempo non è stato sufficiente, e a questo ha aggiunto lo squalene che lo rende più potente e permette di venderne una quantità di dosi che risponde maggiormente alle richieste.
Tutto ciò viene fatto per denaro, per quel mercato fittizio creato ovviamente dai media e dall’OMS ingigantendo le insicurezze della società.
Ora vi riporto le parole del Dott. Viera Scheibner: “Lo squalene contribuì alle reazioni a cascata chiamate “Gulf War Syndrome” (sindrome della Guerra del Golfo) documentate nei soldati coinvolti nella guerra del Golfo.
I Sintomi da loro sviluppati includevano: artrite, fibromialgia, adenopatia, irritazioni cutanee fotosensitive, fatica cronica, emicranie croniche, perdita abnorme di peli, lesioni cutanee non guaribili, ulcere da afte, vertigini, debolezza, perdita di memoria, attacchi epilettici, cambi di umore, problemi neuropsichiatrici, effetti antitiroidei, anemia, alto tasso di sedimentazione degli eritrociti, lupus eritematoso sistemico, sclerosi multipla, fenomeno di Raynaud, sindrome di Sjorgren, diarrea cronica etc.”
Alquanto scioccante.
E io, noi, dovremmo prendere un vaccino che teoricamente previene a un determinato virus, ma produce tutti questi effetti collaterali?
Non abbiamo ancora capito che non si può produrre un vaccino in soli 4 mesi e non lo si può testare e controllare in sole due settimane…
In ogni caso, questa temutissima influenza ha un tasso di contagio e mortalità inferiore alla normale influenza stagionale.
La prevenzione è importante: non solo buone norme igieniche, ma anche buona alimentazione, buona forma fisica e buona documentazione.
In circa 5 anni, secondo i giornalisti più fanatici, saremmo dovuti morire almeno 3 volte: una volta per la mucca pazza, un altro anno per l’aviaria e infine per la febbre suina.
Insomma si passano mesi in cui non si fa altro che parlare di nuovi virus che porteranno l’uomo verso un futuro incerto e disastroso; passati un tot di mesi basta, non se ne parla più, e quel determinato bacillo viene accantonato e dimenticato, come se fosse stato bandito dalla faccia della terra.
E noi stiamo qui, zitti, immobili ad accettare questa realtà così fasulla e ipocrita, così evidentemente subdola.
È ora di darci un taglio a questa politica del terrore, gli spettri della società non sono solo la pandemia e il vaccino ma sono ben altri e li abbiamo qui davanti ai nostri occhi. Forse, troppo vicini per accorgerci che sono quelli.
Sara Fabbiani.
Fonti: “Terranauta”
IL CANTO DEL FALCO
Se ne stava lì, pietrificato dalla paura, guardando bruciare il suo piccolo villaggio. Non gli era rimasto niente, né genitori, né fratelli, né amici. Qualche decina di chilometri più a est aveva una piccola casetta, con un po’ di fieno su cui poter dormire e poco di cui nutrirsi. Non sapeva cosa fosse successo. Era appena tornato da una piccola battuta di caccia, senza però aver catturato nessuna preda. Altran, l’unico superstite della tribù del falco, sapeva che, in quel momento, l’unica cosa che avrebbe potuto fare era andarsene da quella radura infuocata, scappare ed eliminare per sempre dalla sua mente quel terribile scenario al quale stava assistendo. Non riusciva però a muoversi. Era come se qualcuno lo stesse tenendo stretto per i piedi, come se due mani non volessero che scappasse, come se ci fosse ancora qualcuno in mezzo alle piccole capanne che bruciavano.
Sapeva che doveva muoversi verso est, oltre il piccolo fiume, dove aveva la piccola capanna in sasso, l’ultima ed unica cosa che gli era rimasta, altrimenti le fiamme lo avrebbero raggiunto molto presto.
“Cosa devo fare?”- continuava a ripetersi – “Cos’è successo alla mia famiglia? Perché tutto sta bruciando? Chi è stato a fare tutto questo?”. Non sapeva come reagire e nemmeno come muoversi…era in preda al panico e il fuoco era ormai a poche decine di metri da lui.
“Devo scappare, ora, o sarà la fine anche per me!”
Finalmente riuscì a fare qualche passo, poi iniziò a correre sempre più veloce, con le lacrime che gli scendevano lungo le guance per poi disperdersi dietro di lui. Non smetteva di correre, nonostante le gambe gli tremassero. Non prese nessuna direzione. Bastava solo correre, scappare, mettersi in salvo.
Tutto ad un tratto, sentì una voce che diceva:
“Corri Altran! Corri!”
Quella voce non era estranea. Assieme ad essa, arrivarono anche altre strane presenze, tutte familiari. Più le voci parlavano e più lui correva, senza mai cadere o rallentare.
Poi vide una sagoma in lontananza. Era una persona vera? Era solamente frutto della sua immaginazione? Altran cercò di chiamare quella persona, ma essa non dava segni di vita. Ormai era molto vicina; era vestita di bianco, con lunghi capelli castani.
“Mamma!”
La persona e Altran erano a meno di due metri di distanza. In pochi istanti, si trovarono faccia a faccia e Altran era sicuro che quella fosse sua madre. Fece uno scatto, per abbracciarla, ma lei mise la mano destra davanti a sé e gli disse:
“Aeoin”.
Poi svanì nel nulla. Altran sapeva che cosa gli aveva detto sua madre, “aeoin” era infatti il nome del falco del totem della sua tribù. Strane leggende giravano intorno al totem e una di quelle diceva che se una persona avesse avuto bisogno, aeoin le sarebbe venuto incontro, qualsiasi fosse stata la sua situazione.
“Il Monte del Volo! È lì che si trova il totem!”
In pochi istanti riprese a camminare, con ogni speranza rivolta verso il Monte del Volo.
-Fine prima parte-
Andrea Dallari
Sapeva che doveva muoversi verso est, oltre il piccolo fiume, dove aveva la piccola capanna in sasso, l’ultima ed unica cosa che gli era rimasta, altrimenti le fiamme lo avrebbero raggiunto molto presto.
“Cosa devo fare?”- continuava a ripetersi – “Cos’è successo alla mia famiglia? Perché tutto sta bruciando? Chi è stato a fare tutto questo?”. Non sapeva come reagire e nemmeno come muoversi…era in preda al panico e il fuoco era ormai a poche decine di metri da lui.
“Devo scappare, ora, o sarà la fine anche per me!”
Finalmente riuscì a fare qualche passo, poi iniziò a correre sempre più veloce, con le lacrime che gli scendevano lungo le guance per poi disperdersi dietro di lui. Non smetteva di correre, nonostante le gambe gli tremassero. Non prese nessuna direzione. Bastava solo correre, scappare, mettersi in salvo.
Tutto ad un tratto, sentì una voce che diceva:
“Corri Altran! Corri!”
Quella voce non era estranea. Assieme ad essa, arrivarono anche altre strane presenze, tutte familiari. Più le voci parlavano e più lui correva, senza mai cadere o rallentare.
Poi vide una sagoma in lontananza. Era una persona vera? Era solamente frutto della sua immaginazione? Altran cercò di chiamare quella persona, ma essa non dava segni di vita. Ormai era molto vicina; era vestita di bianco, con lunghi capelli castani.
“Mamma!”
La persona e Altran erano a meno di due metri di distanza. In pochi istanti, si trovarono faccia a faccia e Altran era sicuro che quella fosse sua madre. Fece uno scatto, per abbracciarla, ma lei mise la mano destra davanti a sé e gli disse:
“Aeoin”.
Poi svanì nel nulla. Altran sapeva che cosa gli aveva detto sua madre, “aeoin” era infatti il nome del falco del totem della sua tribù. Strane leggende giravano intorno al totem e una di quelle diceva che se una persona avesse avuto bisogno, aeoin le sarebbe venuto incontro, qualsiasi fosse stata la sua situazione.
“Il Monte del Volo! È lì che si trova il totem!”
In pochi istanti riprese a camminare, con ogni speranza rivolta verso il Monte del Volo.
-Fine prima parte-
Andrea Dallari
CHINA IS BETTER!
Avete voglia di partire per un’esperienza all’estero ma non ne siete pienamente convinti?
Avete voglia di scoprire un mondo diverso da quello da cui provenite?
Howl vi porta come testimonianza l’esperienza di una compagna di Istituto.
La Cina è ormai diventata un luogo nell’immaginario collettivo costituito da un incrocio di leggende metropolitane, false credenze e numerosi pregiudizi.
Quante volte abbiamo sentito dire “I cinesi sono tutti uguali”, “la Cina è solo una grande fabbrica!”..?
Questo perché l’occidente ha sempre preferito esorcizzare la realtà piuttosto che affrontarla.
Possiamo allora arrivare al concetto di “xenofobia” (Xeno=straniero, Fobia=paura) ossia la paura del diverso che è superabile soltanto attraverso la conoscenza, la possibilità di mettere alla luce le diversità per capirle ed accettarle.
Il racconto che vi portiamo è quello di Francesca Triglia, giunta ormai all’ultimo anno del liceo scientifico, e tornata da poco in Italia dopo 10 mesi trascorsi nello Stato asiatico.
Ha risieduto nel capoluogo di una regione situata a nord-est della Cina, al confine con la Russia e la Mongolia e si ritiene soddisfatta del livello linguistico raggiunto, dimostrandosi modesta con un “ma avrei potuto fare anche meglio”.
Si è esposta in maniera decisamente orgogliosa e realizzata rispetto alla sua esperienza, si è trovata molto bene con la gente del posto definendoli disponibili e molto accoglienti.
Nonostante le notevoli differenze rispetto al nostro Paese, a partire da quelle a livello scolastico, non ha trovato alcuna difficoltà nell’ambientarsi, al contrario del pensiero comune.
Ha stretto forti amicizie con molte persone e, grazie ad Internet, ha ancora la possibilità di mantenere i rapporti.
“E’ stato difficoltoso ambientarsi?”
“No, al contrario di quello che si pensa solitamente. I cinesi sono carini!Come modo di fare intendo.. “
“Cosa ti è mancato dell’Italia?Di casa tua?”
“Niente”“Cosa ti mancherà di più della Cina?”
“Sicuramente gli amici, poi la scuola e il cibo che è davvero buonissimo!”
“Potresti descriverci una giornata tipo?”
“La mia giornata era piuttosto lunga ed intensa.
Sveglia alle 5.30, alle 7.00 ero a scuola fino alle 19.00 con una pausa pranzo di 45 minuti, per poi tornare a casa e studiare fino circa a mezzanotte”
“Cos’hai imparato di te stessa durante questo viaggio?”
“Quando si fanno esperienze di questo tipo si impara sempre qualcosa, io ho imparato a cavarmela, perché sono cose che , prima di provarle, portano a pensare: “ Non ce la farò mai!”, poi ti ci trovi dentro e impari a sbrigartela da solo.”
“Quanto pensi che questa esperienza possa andare ad incidere sul tuo futuro?”
“ Beh, la mia aspirazione sarebbe quella di andare a lavorare là, o in un’azienda di marketing oppure nell’ambito ospedaliero. Quando ero là ho persino ricevuto una proposta di lavoro presso un ospedale!”
“Ora invece sei tu ad ospitare un ragazzo straniero, tedesco,a casa tua. Come sta andando quest’altra esperienza?”
“Direi bene anche se la definirei piuttosto impegnativa.”
Ora vi sentite pronti a partite o siete ancora più confusi?
Sperando di esservi stata d'aiuto,
Giulia Bedini.
Avete voglia di scoprire un mondo diverso da quello da cui provenite?
Howl vi porta come testimonianza l’esperienza di una compagna di Istituto.
La Cina è ormai diventata un luogo nell’immaginario collettivo costituito da un incrocio di leggende metropolitane, false credenze e numerosi pregiudizi.
Quante volte abbiamo sentito dire “I cinesi sono tutti uguali”, “la Cina è solo una grande fabbrica!”..?
Questo perché l’occidente ha sempre preferito esorcizzare la realtà piuttosto che affrontarla.
Possiamo allora arrivare al concetto di “xenofobia” (Xeno=straniero, Fobia=paura) ossia la paura del diverso che è superabile soltanto attraverso la conoscenza, la possibilità di mettere alla luce le diversità per capirle ed accettarle.
Il racconto che vi portiamo è quello di Francesca Triglia, giunta ormai all’ultimo anno del liceo scientifico, e tornata da poco in Italia dopo 10 mesi trascorsi nello Stato asiatico.
Ha risieduto nel capoluogo di una regione situata a nord-est della Cina, al confine con la Russia e la Mongolia e si ritiene soddisfatta del livello linguistico raggiunto, dimostrandosi modesta con un “ma avrei potuto fare anche meglio”.
Si è esposta in maniera decisamente orgogliosa e realizzata rispetto alla sua esperienza, si è trovata molto bene con la gente del posto definendoli disponibili e molto accoglienti.
Nonostante le notevoli differenze rispetto al nostro Paese, a partire da quelle a livello scolastico, non ha trovato alcuna difficoltà nell’ambientarsi, al contrario del pensiero comune.
Ha stretto forti amicizie con molte persone e, grazie ad Internet, ha ancora la possibilità di mantenere i rapporti.
“E’ stato difficoltoso ambientarsi?”
“No, al contrario di quello che si pensa solitamente. I cinesi sono carini!Come modo di fare intendo.. “
“Cosa ti è mancato dell’Italia?Di casa tua?”
“Niente”“Cosa ti mancherà di più della Cina?”
“Sicuramente gli amici, poi la scuola e il cibo che è davvero buonissimo!”
“Potresti descriverci una giornata tipo?”
“La mia giornata era piuttosto lunga ed intensa.
Sveglia alle 5.30, alle 7.00 ero a scuola fino alle 19.00 con una pausa pranzo di 45 minuti, per poi tornare a casa e studiare fino circa a mezzanotte”
“Cos’hai imparato di te stessa durante questo viaggio?”
“Quando si fanno esperienze di questo tipo si impara sempre qualcosa, io ho imparato a cavarmela, perché sono cose che , prima di provarle, portano a pensare: “ Non ce la farò mai!”, poi ti ci trovi dentro e impari a sbrigartela da solo.”
“Quanto pensi che questa esperienza possa andare ad incidere sul tuo futuro?”
“ Beh, la mia aspirazione sarebbe quella di andare a lavorare là, o in un’azienda di marketing oppure nell’ambito ospedaliero. Quando ero là ho persino ricevuto una proposta di lavoro presso un ospedale!”
“Ora invece sei tu ad ospitare un ragazzo straniero, tedesco,a casa tua. Come sta andando quest’altra esperienza?”
“Direi bene anche se la definirei piuttosto impegnativa.”
Ora vi sentite pronti a partite o siete ancora più confusi?
Sperando di esservi stata d'aiuto,
Giulia Bedini.
domenica 7 giugno 2009
ultimo numero
L'ultimo Howl dell'anno si è fatto sentire, più che mai, con articoli super carichi e ancora voglia di urlare, di continuare a urlare sempre più forte.
Adesso un attimo di pausa estiva, per poi tornare a Settembre piene di idee pazze, allegre, assurde, nuove, esilaranti, geniali..... da raccontare nella nostra prossima avventura.
--->Ma intanto godiamoci l'Estate<---
martedì 2 giugno 2009
Quasi adatti...
Quasi adatti a garantire il giusto risultato Quasi adatti a star seduti dentro un’auto accessoriata standard Quasi adatti a scuole con i crocefissi ai muri Quasi adatti a discoteche come gabbie Quasi adatti a innamorarsi di un’animale a pelo corto
Quasi adatti a raccontare agli altri i propri cazzi
Quasi adatti…
Quasi adatti…
Quasi adatti…
Quasi adatti…
Quasi adatti ai pugni presi o a tenerli tesi in alto Per intimorire un arbitro di calcio Quasi adatti a rinunciare alle proprie fantasie Quasi adatti a risolver tutto con una rapina in banca
Quasi adatti…
Quasi adatti…
Quasi adatti…
Quasi adatti…
Quasi adatti… Quasi adatti… Quasi adatti… Quasi adatti a spingere le ruote oltre i duecentoeventi Quasi adatti a dare il giusto peso ai sentimenti
Quasi adatti…
Quasi adatti…
Canzone dei TARM.
in due parole spega come siamo, come viviamo, come vediamo il mondo.
non generalizziamo è per questo che dobbaimo
riscattarci in qualche modo, dire NO! io non mi sento così,
e penso che HOWL sia un buon punto di partenza.
giovedì 21 maggio 2009
H O W L
HOWL NUMERO 8 è TRA NOI!!
..........e il NUMERO 9 scalpita, scalcia, urla, ma inevitabilmente ha bisogno anche della vostra parola, del vostro inchiostro, della vostra voglia di scrivere, di articoli traboccanti di follia, pazzia, felicità,amore,rabbia.....
quindi non aspettiamo altro che la tua mano,
li sul foglio, pronta a scrivere.
lunedì 2 febbraio 2009
Editoriale.... e siamo a sette....
Nuovo anno, nuovo numero. Howl è tornato con tanta voglia di farsi leggere e una voce chiara per urlare di nuovo, cercando di farsi sentire al di sopra del frastuono assordante di tutti i giorni. Per il terzo anno consecutivo, ci troviamo di fronte ad un “numero uno”: è significativo, questo.
Se il primo anno, con poco tempo a disposizione, era servito per dare vita al progetto ed avviarne il motore, con il secondo lo abbiamo testato in un rodaggio a volte difficile ma comunque divertente e speriamo costruttivo. Quest’anno invece partiamo con presupposti diversi: la redazione è stata costruita ed è piuttosto stabile, Howl si è già fatto un nome a livello scolastico (e, in parte, extrascolastico) e il nostro compito è esclusivamente quello di proseguire sulla strada tracciata. Un paio di parole prima di iniziare col giornalino vero e proprio: ringraziamenti e ripasso delle regole! Per prima cosa vogliamo ringraziare Damiano Razzoli, creatore del progetto e nostra guida spirituale attraverso gli intricati meandri del giornalismo; poi Diletta Pignedoli, il nostro vecchio “capo” che ci ha lasciati per proseguire gli studi. Solo ed esclusivamente grazie a queste due persone oggi siamo ancora qui a parlare di Howl, dunque chapeau! Il ripasso delle regole è semplice: Howl è un giornalino di tutti gli studenti del Cattaneo - Dall’Aglio, dunque chiunque è libero di scrivere nel rispetto della dignità delle altre persone e della buona civiltà. La redazione di Howl si limita a svolgere un ruolo di “copia-incolla” degli articoli, senza selezioni ideologiche: ne consegue logicamente che il giornalino è apartitico (ma non apolitico) e che non appoggia in sé nessun colore o ideale. Proprio per i principi precedenti, Howl accetta qualsiasi contributo firmato e non volgare, senza che sia effettuata censura di qualsiasi tipo: l’unico intervento sui contributi dei lettori sarà semplicemente una correzione grammaticale degli articoli, mentre le lettere saranno lasciate così come ci saranno inviate. Fatte le dovute premesse partiamo con le migliori speranze per quest’anno, accompagnate soltanto da un piccolo, brutto presentimento: siamo sopravissuti a turnover di redattori,distribuzioni di questionari, volantini “anonimi”, attacchi politici e pubbliche denigrazioni, ma non possiamo sopravvivere anche a Daniele Petrone come PR. Questo è troppo, va oltre le nostre capacità.
Giuliano Gabrini
Se il primo anno, con poco tempo a disposizione, era servito per dare vita al progetto ed avviarne il motore, con il secondo lo abbiamo testato in un rodaggio a volte difficile ma comunque divertente e speriamo costruttivo. Quest’anno invece partiamo con presupposti diversi: la redazione è stata costruita ed è piuttosto stabile, Howl si è già fatto un nome a livello scolastico (e, in parte, extrascolastico) e il nostro compito è esclusivamente quello di proseguire sulla strada tracciata. Un paio di parole prima di iniziare col giornalino vero e proprio: ringraziamenti e ripasso delle regole! Per prima cosa vogliamo ringraziare Damiano Razzoli, creatore del progetto e nostra guida spirituale attraverso gli intricati meandri del giornalismo; poi Diletta Pignedoli, il nostro vecchio “capo” che ci ha lasciati per proseguire gli studi. Solo ed esclusivamente grazie a queste due persone oggi siamo ancora qui a parlare di Howl, dunque chapeau! Il ripasso delle regole è semplice: Howl è un giornalino di tutti gli studenti del Cattaneo - Dall’Aglio, dunque chiunque è libero di scrivere nel rispetto della dignità delle altre persone e della buona civiltà. La redazione di Howl si limita a svolgere un ruolo di “copia-incolla” degli articoli, senza selezioni ideologiche: ne consegue logicamente che il giornalino è apartitico (ma non apolitico) e che non appoggia in sé nessun colore o ideale. Proprio per i principi precedenti, Howl accetta qualsiasi contributo firmato e non volgare, senza che sia effettuata censura di qualsiasi tipo: l’unico intervento sui contributi dei lettori sarà semplicemente una correzione grammaticale degli articoli, mentre le lettere saranno lasciate così come ci saranno inviate. Fatte le dovute premesse partiamo con le migliori speranze per quest’anno, accompagnate soltanto da un piccolo, brutto presentimento: siamo sopravissuti a turnover di redattori,distribuzioni di questionari, volantini “anonimi”, attacchi politici e pubbliche denigrazioni, ma non possiamo sopravvivere anche a Daniele Petrone come PR. Questo è troppo, va oltre le nostre capacità.
Giuliano Gabrini
UNA CHIACCHIERATA semiseria CON I NEORAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI
LUCA DALLARI
I: Nome e cognome?
L: Luca “Luke Jack” Dallari.
I: Molti sostengono che tu sia stato eletto solo per la tua bellezza fisica, cosa rispondi?
L: Non vedi che figo da paura che sono?
I: Quali sono i tuoi obbiettivi come rappresentate degli studenti?
L: Rispettare i punti e far ridere i miei elettori.
I: In molti ti tacciano di populismo, cosa ne pensi?
L: Che cazzo è il populismo!?
I: Pensi che la nostra scuola abbia bisogno di cambiamenti radicali?
L: Non lo penso; penso che dovrebbe essere più autonoma, che non debba essere influenzata dall’esterno, ma tutto sommato va abbastanza bene.
I: Cosa ne pensi dei fatti che stanno riguardando la scuola italiana negli ultimi tempi?
L: Io penso che la scuola debba trovare un sistema efficiente e stabile e poi mantenerlo, fregandosene di riforme e altro.
I: Cosa ne pensi delle elezioni scolastiche di quest’anno, in cui ci sono state liste sempre più simili fra loro e molte demenziali?
L: Penso che in un mondo nel quale basta alzare la testa per piangere ci vuole uno stupido che faccia ridere.
I: Si ritiene quindi abbastanza stupido per farci ridere?
L: (risponde cantando “Hakuna matata” accompagnato da coreografie, riuscendo a far ridere il redattore in questione)
I: C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che vorresti dirmi?
L: (canticchia la colonna sonora di Star Wars e saltella pacioccosamente per pensarci) Nutella, Nutella, Chitarra, Nutella, Nutella, Chitarra, Nutella. Che cosa significa “amare”?
I: Aspre, non dolci.
L: Ma vedi d’annattene…
GIULIANO GABRINI
I: Nome e cognome?
G: Giuliano e Gabrini.
I: Perché pensi di essere stato eletto?
G: Me lo sto ancora chiedendo.
I: Quali sono i tuoi obbiettivi come rappresentate degli studenti?
G: Riportare sul giornalino ciò di cui si parla in consiglio d’istituto, partecipare attivamente al consiglio d’istituto, organizzare un buon monteore e abolire l’ICI sulla prima classe.
I: In molti ti tacciano di populismo, cosa rispondi?
G: E’ un’invenzione di voi giornalisti dell’opposizione.
I: La tua lista è sembrata un po’ snob nelle idee e negli atteggiamenti, cosa ne pensi?
G: La nostra lista ha detto quello che pensava. Gli elettori erano liberi di non votarci. Se in molti ci hanno votato vuol dire che condividevano le nostre idee.
I: Pensi che la nostra scuola abbia bisogno di cambiamenti radicali?
G: Probabilmente no, i cambiamenti radicali devono riguardare gli esterni che si intromettono all’interno.
I: Cosa ne pensi dei fatti che stanno riguardando la scuola italiana negli ultimi tempi?
G: Che non sono perfettamente informato, quindi non mi permetto di esprimere un giudizio.
I: Cosa ne pensi delle elezioni scolastiche di quest’anno, in cui ci sono state liste sempre più simili fra loro e molte demenziali?
G: Non c’è tanto da pensare: finche non si stabilirà una commissione di taglio per le liste è normale che succeda così.
I: C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che vorresti dirmi?
G: E’ divertente essere intervistato dal giornalino di cui sei redattore.
I: C’è quindi un conflitto di interessi…
G: Ma che conflitto di interessi! Sono stato frainteso, sono stato frainteso!
MATTEO MERLINI
I: Nome e cognome?
M: Matteo Merlini.
I: Perché pensi di essere stato eletto?
M: Perché sono figo.
I: E’ circa la stessa risposta che ha dato Luca Dallari…
M: Ma la mia è fondata.
I: Quali sono i tuoi obbiettivi come rappresentate degli studenti?
M: Io non centro niente con la mia lista. Avevo intenzione di fare una lista per conto mio, mi hanno chiesto se volevo far parte della loro lista come candidato principale. Ho detto: “ Fate quel che vi pare, tanto vengo eletto.”. Già l’anno scorso avevo rischiato, quest’anno sono andato su.
I: Pensi che la nostra scuola abbia bisogno di cambiamenti radicali?
M: Beh, no radicali no, piccole modifiche.
I: Cosa ne pensi dei fatti che stanno riguardando la scuola italiana negli ultimi tempi?
M: Io non condivido molti punti della riforma Gelmini, ma alcuni secondo me sono giusti.
I: Quali sono quelli che condividi?
M: Abolire tante facoltà universitarie inutili e tagliare il personale ATA.
I: Cosa ne pensi delle elezioni scolastiche di quest’anno, in cui ci sono state liste sempre più simili fra loro e molte demenziali?
M: La mia lista era la più seria di tutte. C’erano liste veramente poco serie: questo mi fa male al cuore.
I: Puoi dirci qualcosa sulla proposta del sottopassaggio?
M: C’è stato consigliato un porticato: la spesa per il sottopassaggio è troppo elevata. In consiglio di istituto han detto che la scuola arriverà a febbraio senza soldi, quindi sarà difficile…
(Arriva una mosca moribonda)
M: E’ in diffi…
I: C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che vorresti dirmi?
M: Darei più potere alla Barbieri e più considerazione verso i geometri. Eterna fedeltà alla vice!
MATTIA ZANOTTI*
I: Nome e cognome?
M: Zanotti Mattia.
I: Perché pensi di essere stato eletto?
M: Simpatia più che altro, amicizia. Magari sono piaciuti anche i punti della lista, ma è stato più che altro per simpatia.
I: Quali sono i tuoi obbiettivi come rappresentate degli studenti?
M: Un bel monteore, con gente interessata non nei corridoi, e una sicurezza efficiente. Sono disposto a sentire tutti i problemi e andare incontro alle problematiche.
I: Pensi che la nostra scuola abbia bisogno di cambiamenti radicali?
M: No.
I: Cosa ne pensi dei fatti che stanno riguardando la scuola italiana negli ultimi tempi?
M: Non sono d’accordo con le maniere: non sono giuste le occupazioni, bisogna parlarne con gente competente.
I: Dato prima dell’intervista stavi parlando dell’ora di religione con Gabrini, che pensi riguardo a questo tema?
M: Penso che sia fondamentale difendere l’identità cattolica. Non sono praticante ma per me è una cosa giusta.
I: Ma la nostra costituzione sancisce che non ci siano differenze fra religioni al cospetto dello Stato…
M: Sarò anticostituzionale…
I: “Per una scuola più pulita” a molti è sembrato uno slogan razzista…
M: Ci sono stati dei problemi perché abbiamo cambiato nome… Doveva sostenerci la Lega, ma i volantini sono arrivati tardi e abbiamo dato un nome alla lista senza darci peso. Mi dispiace che sia stato inteso come razzista.
I: Cosa ne pensi delle elezioni scolastiche di quest’anno, in cui ci sono state liste sempre più simili fra loro e molte sono state demenziali?
M: Le elezioni sono sempre più un motivo per perdere tempo. Secondo me non è giusto questo modo di affrontarle. Il rappresentate degli studenti è una persona importante a scuola e quindi dovrebbe essere un minimo qualificato e competente.
I: C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che vorresti dirmi?
M: Posso chiederti cosa pensi della mia lista? Dei tanti voti che abbiamo preso?
I: Senza scendere in merito alle idee del partito, penso non sia giusto che una lista scolastica si appoggi direttamente a un partito, dato che non se ne possono realizzare i punti principali a scuola. La vostra lista rischia di essere eletta più per appartenenza politica che per i punti e le persone. Anche voi, inoltre, avete messo qualche punto demenziale come le ragazze di miss Padania. In quanto ai voti…ognuno è libero di votare come gli pare.
M: Appoggiarsi a un partito può essere d’aiuto per organizzare meglio alcune cose: noi puntiamo sui dibattiti politici, penso che sia giusto portare la politica a scuola, tu no? Miss Padania era solo un punto scherzoso che in una lista ci può stare.
I: Io sono d’accordo con la politica a scuola, penso sia importantissima, ma si può fare anche senza l’appoggio di un partito: l’appoggio di un partito rischia di portare solo un effetto negativo a un dibattito.
*L’intervistato ha chiesto di fare una revisione grammaticale all’interlocutore e redattore, che ha comunque cercato di attenersi il più fedelmente possibile al testo originale.
Giovanni Dolci
I: Nome e cognome?
L: Luca “Luke Jack” Dallari.
I: Molti sostengono che tu sia stato eletto solo per la tua bellezza fisica, cosa rispondi?
L: Non vedi che figo da paura che sono?
I: Quali sono i tuoi obbiettivi come rappresentate degli studenti?
L: Rispettare i punti e far ridere i miei elettori.
I: In molti ti tacciano di populismo, cosa ne pensi?
L: Che cazzo è il populismo!?
I: Pensi che la nostra scuola abbia bisogno di cambiamenti radicali?
L: Non lo penso; penso che dovrebbe essere più autonoma, che non debba essere influenzata dall’esterno, ma tutto sommato va abbastanza bene.
I: Cosa ne pensi dei fatti che stanno riguardando la scuola italiana negli ultimi tempi?
L: Io penso che la scuola debba trovare un sistema efficiente e stabile e poi mantenerlo, fregandosene di riforme e altro.
I: Cosa ne pensi delle elezioni scolastiche di quest’anno, in cui ci sono state liste sempre più simili fra loro e molte demenziali?
L: Penso che in un mondo nel quale basta alzare la testa per piangere ci vuole uno stupido che faccia ridere.
I: Si ritiene quindi abbastanza stupido per farci ridere?
L: (risponde cantando “Hakuna matata” accompagnato da coreografie, riuscendo a far ridere il redattore in questione)
I: C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che vorresti dirmi?
L: (canticchia la colonna sonora di Star Wars e saltella pacioccosamente per pensarci) Nutella, Nutella, Chitarra, Nutella, Nutella, Chitarra, Nutella. Che cosa significa “amare”?
I: Aspre, non dolci.
L: Ma vedi d’annattene…
GIULIANO GABRINI
I: Nome e cognome?
G: Giuliano e Gabrini.
I: Perché pensi di essere stato eletto?
G: Me lo sto ancora chiedendo.
I: Quali sono i tuoi obbiettivi come rappresentate degli studenti?
G: Riportare sul giornalino ciò di cui si parla in consiglio d’istituto, partecipare attivamente al consiglio d’istituto, organizzare un buon monteore e abolire l’ICI sulla prima classe.
I: In molti ti tacciano di populismo, cosa rispondi?
G: E’ un’invenzione di voi giornalisti dell’opposizione.
I: La tua lista è sembrata un po’ snob nelle idee e negli atteggiamenti, cosa ne pensi?
G: La nostra lista ha detto quello che pensava. Gli elettori erano liberi di non votarci. Se in molti ci hanno votato vuol dire che condividevano le nostre idee.
I: Pensi che la nostra scuola abbia bisogno di cambiamenti radicali?
G: Probabilmente no, i cambiamenti radicali devono riguardare gli esterni che si intromettono all’interno.
I: Cosa ne pensi dei fatti che stanno riguardando la scuola italiana negli ultimi tempi?
G: Che non sono perfettamente informato, quindi non mi permetto di esprimere un giudizio.
I: Cosa ne pensi delle elezioni scolastiche di quest’anno, in cui ci sono state liste sempre più simili fra loro e molte demenziali?
G: Non c’è tanto da pensare: finche non si stabilirà una commissione di taglio per le liste è normale che succeda così.
I: C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che vorresti dirmi?
G: E’ divertente essere intervistato dal giornalino di cui sei redattore.
I: C’è quindi un conflitto di interessi…
G: Ma che conflitto di interessi! Sono stato frainteso, sono stato frainteso!
MATTEO MERLINI
I: Nome e cognome?
M: Matteo Merlini.
I: Perché pensi di essere stato eletto?
M: Perché sono figo.
I: E’ circa la stessa risposta che ha dato Luca Dallari…
M: Ma la mia è fondata.
I: Quali sono i tuoi obbiettivi come rappresentate degli studenti?
M: Io non centro niente con la mia lista. Avevo intenzione di fare una lista per conto mio, mi hanno chiesto se volevo far parte della loro lista come candidato principale. Ho detto: “ Fate quel che vi pare, tanto vengo eletto.”. Già l’anno scorso avevo rischiato, quest’anno sono andato su.
I: Pensi che la nostra scuola abbia bisogno di cambiamenti radicali?
M: Beh, no radicali no, piccole modifiche.
I: Cosa ne pensi dei fatti che stanno riguardando la scuola italiana negli ultimi tempi?
M: Io non condivido molti punti della riforma Gelmini, ma alcuni secondo me sono giusti.
I: Quali sono quelli che condividi?
M: Abolire tante facoltà universitarie inutili e tagliare il personale ATA.
I: Cosa ne pensi delle elezioni scolastiche di quest’anno, in cui ci sono state liste sempre più simili fra loro e molte demenziali?
M: La mia lista era la più seria di tutte. C’erano liste veramente poco serie: questo mi fa male al cuore.
I: Puoi dirci qualcosa sulla proposta del sottopassaggio?
M: C’è stato consigliato un porticato: la spesa per il sottopassaggio è troppo elevata. In consiglio di istituto han detto che la scuola arriverà a febbraio senza soldi, quindi sarà difficile…
(Arriva una mosca moribonda)
M: E’ in diffi…
I: C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che vorresti dirmi?
M: Darei più potere alla Barbieri e più considerazione verso i geometri. Eterna fedeltà alla vice!
MATTIA ZANOTTI*
I: Nome e cognome?
M: Zanotti Mattia.
I: Perché pensi di essere stato eletto?
M: Simpatia più che altro, amicizia. Magari sono piaciuti anche i punti della lista, ma è stato più che altro per simpatia.
I: Quali sono i tuoi obbiettivi come rappresentate degli studenti?
M: Un bel monteore, con gente interessata non nei corridoi, e una sicurezza efficiente. Sono disposto a sentire tutti i problemi e andare incontro alle problematiche.
I: Pensi che la nostra scuola abbia bisogno di cambiamenti radicali?
M: No.
I: Cosa ne pensi dei fatti che stanno riguardando la scuola italiana negli ultimi tempi?
M: Non sono d’accordo con le maniere: non sono giuste le occupazioni, bisogna parlarne con gente competente.
I: Dato prima dell’intervista stavi parlando dell’ora di religione con Gabrini, che pensi riguardo a questo tema?
M: Penso che sia fondamentale difendere l’identità cattolica. Non sono praticante ma per me è una cosa giusta.
I: Ma la nostra costituzione sancisce che non ci siano differenze fra religioni al cospetto dello Stato…
M: Sarò anticostituzionale…
I: “Per una scuola più pulita” a molti è sembrato uno slogan razzista…
M: Ci sono stati dei problemi perché abbiamo cambiato nome… Doveva sostenerci la Lega, ma i volantini sono arrivati tardi e abbiamo dato un nome alla lista senza darci peso. Mi dispiace che sia stato inteso come razzista.
I: Cosa ne pensi delle elezioni scolastiche di quest’anno, in cui ci sono state liste sempre più simili fra loro e molte sono state demenziali?
M: Le elezioni sono sempre più un motivo per perdere tempo. Secondo me non è giusto questo modo di affrontarle. Il rappresentate degli studenti è una persona importante a scuola e quindi dovrebbe essere un minimo qualificato e competente.
I: C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che vorresti dirmi?
M: Posso chiederti cosa pensi della mia lista? Dei tanti voti che abbiamo preso?
I: Senza scendere in merito alle idee del partito, penso non sia giusto che una lista scolastica si appoggi direttamente a un partito, dato che non se ne possono realizzare i punti principali a scuola. La vostra lista rischia di essere eletta più per appartenenza politica che per i punti e le persone. Anche voi, inoltre, avete messo qualche punto demenziale come le ragazze di miss Padania. In quanto ai voti…ognuno è libero di votare come gli pare.
M: Appoggiarsi a un partito può essere d’aiuto per organizzare meglio alcune cose: noi puntiamo sui dibattiti politici, penso che sia giusto portare la politica a scuola, tu no? Miss Padania era solo un punto scherzoso che in una lista ci può stare.
I: Io sono d’accordo con la politica a scuola, penso sia importantissima, ma si può fare anche senza l’appoggio di un partito: l’appoggio di un partito rischia di portare solo un effetto negativo a un dibattito.
*L’intervistato ha chiesto di fare una revisione grammaticale all’interlocutore e redattore, che ha comunque cercato di attenersi il più fedelmente possibile al testo originale.
Giovanni Dolci
New world
4 novembre 2008.
Ricordatevi bene questa data e questo grande avvenimento, che influenzerà il mondo: Barack Obama è il nuovo presidente degli Stati Uniti, è il primo presidente di colore nella importante storia americana. È finito il ventennio delle due famiglie più influenti come i Clinton e i Bush , ora si volta pagina. Queste elezioni saranno ricordate nella storia, non solo perché si è votato un presidente afroamericano, ma anche per il più alto numero di presenti al voto. Obama diventerà presidente effettivo solo il 20 gennaio prossimo, quando giurerà davanti alla Casa Bianca, da li inizierà il compito più arduo, prendere in mano la difficile eredità del governo Bush, iniziata con una guerra ingiusta e finita con la crisi economica che à coinvolto il mondo in modo disastroso. Obama propone punti precisi, ma difficili da realizzare, si impegna a ritirare le truppe dall’Iraq, a rendere la sanità pubblica( se non hai l’assicurazione in America, non hai la possibilità di curarti) ed aiutare in materia di politica economica le famiglie più bisognose e il ceto medio ( in America ci sono 4 milioni di poveri, e in tanti stanno perdendo la casa, con i mutui Subprime). Il mondo esulta, qualcuno deluso si lascia andare a battutine denigratorie come :”è giovane, è bello e abbronzato”. Le tv di tutto il mondo ci hanno tartassato per due anni, ci hanno informato continuamente e tenuto col fiato sospeso fino all’ultimo, ma alla fine Obama, bisogna dirlo è il presidente un po’ di noi tutti, perché il mondo dipende dal futuro degli USA. Ci ha portato un ventata di giovinezza, e ricorda un po’ gli anni 60 dei Kennedy. Anche io sono felice per questa vittoria ,anche se c’è il timore dovuto a fattori razziali, Obama rischia, 4 anni sono tanti e tutto può succedere, perché l’America è un paese evoluto ma pieno di contraddizioni. La sua elezione sarà anche un aiuto per la politica che spesso vede col fumo negli occhi le politiche di integrazione, questo avvenimento può dare una spinta a risolvere i problemi dei flussi migratori e alla convivenza civile con le varie culture.
Sebastiano Beretti
Ricordatevi bene questa data e questo grande avvenimento, che influenzerà il mondo: Barack Obama è il nuovo presidente degli Stati Uniti, è il primo presidente di colore nella importante storia americana. È finito il ventennio delle due famiglie più influenti come i Clinton e i Bush , ora si volta pagina. Queste elezioni saranno ricordate nella storia, non solo perché si è votato un presidente afroamericano, ma anche per il più alto numero di presenti al voto. Obama diventerà presidente effettivo solo il 20 gennaio prossimo, quando giurerà davanti alla Casa Bianca, da li inizierà il compito più arduo, prendere in mano la difficile eredità del governo Bush, iniziata con una guerra ingiusta e finita con la crisi economica che à coinvolto il mondo in modo disastroso. Obama propone punti precisi, ma difficili da realizzare, si impegna a ritirare le truppe dall’Iraq, a rendere la sanità pubblica( se non hai l’assicurazione in America, non hai la possibilità di curarti) ed aiutare in materia di politica economica le famiglie più bisognose e il ceto medio ( in America ci sono 4 milioni di poveri, e in tanti stanno perdendo la casa, con i mutui Subprime). Il mondo esulta, qualcuno deluso si lascia andare a battutine denigratorie come :”è giovane, è bello e abbronzato”. Le tv di tutto il mondo ci hanno tartassato per due anni, ci hanno informato continuamente e tenuto col fiato sospeso fino all’ultimo, ma alla fine Obama, bisogna dirlo è il presidente un po’ di noi tutti, perché il mondo dipende dal futuro degli USA. Ci ha portato un ventata di giovinezza, e ricorda un po’ gli anni 60 dei Kennedy. Anche io sono felice per questa vittoria ,anche se c’è il timore dovuto a fattori razziali, Obama rischia, 4 anni sono tanti e tutto può succedere, perché l’America è un paese evoluto ma pieno di contraddizioni. La sua elezione sarà anche un aiuto per la politica che spesso vede col fumo negli occhi le politiche di integrazione, questo avvenimento può dare una spinta a risolvere i problemi dei flussi migratori e alla convivenza civile con le varie culture.
Sebastiano Beretti
Kill your sons
“ I giovani sono il futuro del mondo… se non li fermiamo prima!”
H.J.Simpson
La scuola. Il futuro di un paese. Temi che in questi giorni, o, meglio, in questi mesi, sono stati al centro del dibattito politico, della cronaca e, soprattutto, della massiccia mobilitazione dei cittadini. Forse per la distanza geografica da altri istituti importanti e da grandi città, la nostra scuola sembra essere meno coinvolta nel dibattito. Se la politica a volte può apparire, penso erroneamente, argomento lontano dagli studenti, o comunque argomento di cui non si dovrebbe parlare a scuola, questi provvedimenti in materia di pubblica istruzione ci riguardano direttamente: perché modificheranno profondamente le scuole che stiamo frequentando, perché modificheranno profondamente le università che alcuni di noi andranno a frequentare, perché dalla cultura e dalla preparazione tecnica dei cittadini dipendono la democrazia e il benessere (non solo materiale) del nostro paese.
Dunque, facciamo un po’ d’ordine: quali sono i punti salienti dei provvedimenti contestati?
In primis quelli elaborati più dal ministero dell’Economia che da quello dell’Istruzione: buona parte della cosiddetta “riforma Gelmini” è incentrata sulla ormai celeberrima “razionalizzazione”, ovvero su enormi tagli. Per far questo, nelle scuole, verranno tagliati 87.341 docenti e 44.500 non docenti ( segretari, bidelli, assistenti…) nell’arco di tre anni, riducendo le ore di lezione, aumentando i rapporti alunni/classi e alunni/docenti e, probabilmente, togliendo quasi tutti gli insegnanti di sostegno e le figure di aiuto e di integrazione dell’insegnamento canonico. La riduzione dell’orario colpirà le scuole di ogni ordine e grado riducendo l’orario settimanale in media di tre- quattro ore e sostanzialmente eliminando il tempo pieno alle elementari: dove verranno mantenute le attività pomeridiane, infatti, le ore in più rispetto alle 24 stabilite per legge non saranno curate come quelle scolastiche ordinarie, diventando sostanzialmente più “parcheggi per bambini” che momenti di formazione inseriti in una precisa logica pedagogica.
Nelle scuole elementari, inoltre, escluse le ore di inglese, dovrà essere un solo docente, il famigerato “maestro unico”, a condurre le lezioni. Ovviamente, dovendo coprire vari ambiti, non riuscirà più a programmare e curare il lavoro con la stessa precisione ed efficacia, limitandosi, complice anche la riduzione d’orario, a impartire solo gli insegnamenti fondamentali, a scapito di approfondimenti, tornando insomma ad insegnare a “leggere, scrivere e far di conto”. Alcuni sono favorevoli alla reintroduzione del maestro unico ricordando i bei tempi in cui c’era e tutti imparavano benissimo. Anche ammettendo che tutti gli alunni avessero un’ottima formazione, all’epoca il rispetto nei confronti degli insegnanti molto maggiore e le classi erano molto più omogenee. Oggi, infatti, nelle classi sono presenti più stranieri, che spesso hanno bisogno di un’alfabetizzazione (e non di una ghettizzazione come si ha intenzione di fare con le classi-ponte), disabili, giustamente integrati nelle classi e non più relegati nelle classi differenziali, che probabilmente si vedranno venir meno anche i pochi insegnanti di sostegno ora presenti, e bambini che hanno anticipato l’entrata alle elementari di un anno e che, soprattutto i primi anni, spesso presentano caratteristiche diverse dai compagni di classe a causa dell’età. Inoltre, se capitasse a una classe un insegnante incompetente? Cinque anni in cui la classe imparerebbe poco o niente?
Per le università, invece, si stimano tagli per 1,4 miliardi di euro nell’arco di cinque anni, che verranno effettuati riducendo progressivamente il personale docente con contratto a tempo indeterminato e costringendo le università ad abbassare il livello della formazione e/o a cercare finanziatori esterni, diventando quindi fondazioni.
Essendoci sempre meno posti di lavoro a tempo indeterminato, probabilmente, si amplificherà il fenomeno della “fuga di cervelli”, poiché i più preparati e competenti, non vedendo sbocchi lavorativi gratificanti, ma solo precari, tenderanno ad andare all’estero, diminuendo ancor più la qualità della ricerca, che già verrà messa a dura prova dal taglio dei docenti e delle risorse.
Le università si troveranno quasi costrette, assieme ad alcune scuole, come si augura Brunetta, a diventare fondazioni, mettendosi in gara, quindi, per attirare finanziamenti privati. I privati che finanzieranno gli atenei vorranno, però, un tornaconto; chiederanno, quindi, che vengano potenziati i corsi che servono alle loro aziende, togliendo risorse alle facoltà verso cui non hanno interessi, fin quasi a farle scomparire. Se i finanziamenti privati non saranno sufficienti, inoltre, le università dovranno aumentare le tasse e diminuire la qualità e la quantità dei servizi erogati. Al sud, dove entreranno ancor più prepotentemente in campo gli interessi clientelari e mafiosi e ci saranno probabilmente minori finanziamenti privati, le università se non scompariranno, diventeranno di bassissimo livello.
Questi provvedimenti più che a una razionalizzazione e a una maggiore qualità pedagogica e formativa porteranno a tagli indiscriminati e ad una svalutazione e distruzione dell’istruzione pubblica. L’Italia, che è già povera di materie prime e non può competere coi paesi emergenti in merito al costo del lavoro, abbassando ancor di più il livello di ricerca e di formazione dei lavoratori non sarà più capace di produrre prodotti (materiali e non) all’avanguardia e di qualità; la sua economia, quindi verrà ancor più messa in ginocchio. I cittadini, inoltre, avendo solo una formazione superficiale, potranno essere inebetiti ancor più facilmente dalle televisioni e dagli sproloqui quotidiani che vi vengono trasmessi, senza avere la possibilità di capire cosa stia succedendo.
Questi provvedimenti, insomma, uccideranno la nostra economia, la nostra democrazia, la nostra qualità della vita. Uccideranno il nostro futuro.
Giovanni Dolci
H.J.Simpson
La scuola. Il futuro di un paese. Temi che in questi giorni, o, meglio, in questi mesi, sono stati al centro del dibattito politico, della cronaca e, soprattutto, della massiccia mobilitazione dei cittadini. Forse per la distanza geografica da altri istituti importanti e da grandi città, la nostra scuola sembra essere meno coinvolta nel dibattito. Se la politica a volte può apparire, penso erroneamente, argomento lontano dagli studenti, o comunque argomento di cui non si dovrebbe parlare a scuola, questi provvedimenti in materia di pubblica istruzione ci riguardano direttamente: perché modificheranno profondamente le scuole che stiamo frequentando, perché modificheranno profondamente le università che alcuni di noi andranno a frequentare, perché dalla cultura e dalla preparazione tecnica dei cittadini dipendono la democrazia e il benessere (non solo materiale) del nostro paese.
Dunque, facciamo un po’ d’ordine: quali sono i punti salienti dei provvedimenti contestati?
In primis quelli elaborati più dal ministero dell’Economia che da quello dell’Istruzione: buona parte della cosiddetta “riforma Gelmini” è incentrata sulla ormai celeberrima “razionalizzazione”, ovvero su enormi tagli. Per far questo, nelle scuole, verranno tagliati 87.341 docenti e 44.500 non docenti ( segretari, bidelli, assistenti…) nell’arco di tre anni, riducendo le ore di lezione, aumentando i rapporti alunni/classi e alunni/docenti e, probabilmente, togliendo quasi tutti gli insegnanti di sostegno e le figure di aiuto e di integrazione dell’insegnamento canonico. La riduzione dell’orario colpirà le scuole di ogni ordine e grado riducendo l’orario settimanale in media di tre- quattro ore e sostanzialmente eliminando il tempo pieno alle elementari: dove verranno mantenute le attività pomeridiane, infatti, le ore in più rispetto alle 24 stabilite per legge non saranno curate come quelle scolastiche ordinarie, diventando sostanzialmente più “parcheggi per bambini” che momenti di formazione inseriti in una precisa logica pedagogica.
Nelle scuole elementari, inoltre, escluse le ore di inglese, dovrà essere un solo docente, il famigerato “maestro unico”, a condurre le lezioni. Ovviamente, dovendo coprire vari ambiti, non riuscirà più a programmare e curare il lavoro con la stessa precisione ed efficacia, limitandosi, complice anche la riduzione d’orario, a impartire solo gli insegnamenti fondamentali, a scapito di approfondimenti, tornando insomma ad insegnare a “leggere, scrivere e far di conto”. Alcuni sono favorevoli alla reintroduzione del maestro unico ricordando i bei tempi in cui c’era e tutti imparavano benissimo. Anche ammettendo che tutti gli alunni avessero un’ottima formazione, all’epoca il rispetto nei confronti degli insegnanti molto maggiore e le classi erano molto più omogenee. Oggi, infatti, nelle classi sono presenti più stranieri, che spesso hanno bisogno di un’alfabetizzazione (e non di una ghettizzazione come si ha intenzione di fare con le classi-ponte), disabili, giustamente integrati nelle classi e non più relegati nelle classi differenziali, che probabilmente si vedranno venir meno anche i pochi insegnanti di sostegno ora presenti, e bambini che hanno anticipato l’entrata alle elementari di un anno e che, soprattutto i primi anni, spesso presentano caratteristiche diverse dai compagni di classe a causa dell’età. Inoltre, se capitasse a una classe un insegnante incompetente? Cinque anni in cui la classe imparerebbe poco o niente?
Per le università, invece, si stimano tagli per 1,4 miliardi di euro nell’arco di cinque anni, che verranno effettuati riducendo progressivamente il personale docente con contratto a tempo indeterminato e costringendo le università ad abbassare il livello della formazione e/o a cercare finanziatori esterni, diventando quindi fondazioni.
Essendoci sempre meno posti di lavoro a tempo indeterminato, probabilmente, si amplificherà il fenomeno della “fuga di cervelli”, poiché i più preparati e competenti, non vedendo sbocchi lavorativi gratificanti, ma solo precari, tenderanno ad andare all’estero, diminuendo ancor più la qualità della ricerca, che già verrà messa a dura prova dal taglio dei docenti e delle risorse.
Le università si troveranno quasi costrette, assieme ad alcune scuole, come si augura Brunetta, a diventare fondazioni, mettendosi in gara, quindi, per attirare finanziamenti privati. I privati che finanzieranno gli atenei vorranno, però, un tornaconto; chiederanno, quindi, che vengano potenziati i corsi che servono alle loro aziende, togliendo risorse alle facoltà verso cui non hanno interessi, fin quasi a farle scomparire. Se i finanziamenti privati non saranno sufficienti, inoltre, le università dovranno aumentare le tasse e diminuire la qualità e la quantità dei servizi erogati. Al sud, dove entreranno ancor più prepotentemente in campo gli interessi clientelari e mafiosi e ci saranno probabilmente minori finanziamenti privati, le università se non scompariranno, diventeranno di bassissimo livello.
Questi provvedimenti più che a una razionalizzazione e a una maggiore qualità pedagogica e formativa porteranno a tagli indiscriminati e ad una svalutazione e distruzione dell’istruzione pubblica. L’Italia, che è già povera di materie prime e non può competere coi paesi emergenti in merito al costo del lavoro, abbassando ancor di più il livello di ricerca e di formazione dei lavoratori non sarà più capace di produrre prodotti (materiali e non) all’avanguardia e di qualità; la sua economia, quindi verrà ancor più messa in ginocchio. I cittadini, inoltre, avendo solo una formazione superficiale, potranno essere inebetiti ancor più facilmente dalle televisioni e dagli sproloqui quotidiani che vi vengono trasmessi, senza avere la possibilità di capire cosa stia succedendo.
Questi provvedimenti, insomma, uccideranno la nostra economia, la nostra democrazia, la nostra qualità della vita. Uccideranno il nostro futuro.
Imparando a resistere
Primo gennaio 1948: entrata in vigore della Costituzione; data importante, indelebile, una passo avanti, una svolta verso la democrazia tentando di cancellare le barbarie del ventennio fascista.
60 anni della costituzione italiana. E per questo importante anniversario che l’ associazione culturale “La Fenice” ha organizzato, nelle giornate 11-12 ottobre, un breve ma intenso viaggio sulle orme della costituzione, arrivando alle radici di quel famoso 1948 attraverso testimonianze, racconti e luoghi che hanno lasciato una ferita ancora aperta nella storia del nostro paese.
Montesole-Barbiana Dossetti- Milani.
Nomi, luoghi, parole chiave.
Il nostro punto di partenza è stato il parco storico regionale di Montesole, il parco ricopre l’area coinvolta nel terribile eccidio di Montesole avvenuto nel 1944 quando la violenza nazi-fascista arrivò in questo zone e portò inevitabilmente gli spettri della morte e del terrore.
Le truppe nazi-fasciste si avventarono sulle abitazioni, sulle scuole, sulle chiese, uccidendo selvaggiamente i pochi abitanti, saccheggiando, bruciando in nome della croce uncinata.
Gli abitanti non riuscirono a mettersi in salvo, forse ingenui, rassegnati o semplicemente inconsci di quello che stava per succedere
la crudeltà sovraumana che incombeva pesatamente nell’animo delle truppe uccise 770 persone nei modi più violenti e brutali.
Le voci che cominciarono a spargersi relative a quei giorni di terribile inumanità furono negate dalle autorità fasciste indicandole come false.
Solo grazie alla liberazione si incominciò a capire cos’era effettivamente successo in quelle giornate piene di follia e d’orrore.
L’itinerario che abbiamo seguito, passo dopo passo, ci presenta come furono violentemente colpite queste zone, grande palcoscenico non solo dell’eccidio, ma anche della resistenza avvenuta in seguito.
Successivamente ci è stata presentata un importante figura : Don Giuseppe Dossetti, personaggio carismatico, membro attivo della cosiddetta commissione dei 75 che elaborò la prima bozza della costituzione.
Dossetti nasce il 13 febbraio 1913 a Genova , dopo aver frequentato il liceo classico a Reggio Emilia, s’iscrive a Giurisprudenza a Bologna dove si laurea nel 1934. Nell’autunno dello stesso anno si trasferisce a Milano all’università cattolica e diventa assistente di Diritto Canonico. Nel febbraio del 1945 entra in clandestinità e sale in montagna dove soggiorna fino alla liberazione.
Finita la guerra diviene vicesegretario della DC, fu membro dell’assemblea Costituente, diede il suo importante contributo alla stesura della carta costituente.
Nel 68 si dedicò completamente alla guida della sua comunità religiosa. Nel 84 ricevette la diaconia di Montesole.
Muore il 15 dicembre del 1996 e fu sepolto insieme ai martiri dell’eccidio nel piccolo cimitero di Montesole.
Dossetti fa un importante appello ai giovani dichiarando di non dimenticare la costituzione sol perché è stata “opera di una generazione ormai trascorsa” ma facendone sempre affidamento, poiché punto di riferimento e primo risultato verso un futuro pieno di libertà e diritti.
Il 12 ottobre è stata la giornata dedicata interamente alla scuola, alla scuola di un tempo: la scuola di Barbiana avente un unico ,grande maestro: Don Lorenzo Milani.
Don Milani arrivò a Barbiana il 7 dicembre del 1954.
Dopo poco incominciò a radunare nuovi giovani delle vicinanze di quel paesino di montagna. Egli sperimentò un nuovo tipo d’istruzione, basata sul motto “ I care” letteralmente "Io mi prendo cura" (in dichiarata contrapposizione al "Me ne frego" fascista).
Per arrivare in questo piccolo borgo abbiamo percorso alcuni chilometri a piedi, attraversando quelle strade che allora,portavano i giovani ragazzi verso un’istruzione alternativa.
La figura di Milani ci viene descritta dettagliatamente da un ex alunno: Michele. Egli ci ha illustrato come le lezioni venivano strutturate, come si mescolavano tra loro la praticità e lo studio, con quale dedizione Don Milani esponeva le proprie ragioni d’insegnamento. L’ex alunno ricorda nitidamente il metodo alternativo con il quale il maestro catturava l’attenzione e la grande stima in ognuno di loro. La scuola di Barbiana era un’esperienza educativa. Era una scuola aperta, dove il programma era condiviso dagli allievi, le idee del maestro erano spesso rivoluzionarie e inoltre, vi era un rapporto molto stretto tra colui che insegnava,e colui che apprendeva.
Don Milani muore il 26 giugno del 1967.
Le suo spoglie sono oggi ospitate in un piccolo cimitero ai piedi del borgo. Questo tipo d’insegnamento, può essere interpretato come una specie d’utopia, proprio perché non sarebbe possibile legare tra loro la praticità, lo studio e il lavoro soprattutto nella scuola odierna.
La grande differenza tra la scuola di Barbiana e la scuola d’oggi è che allora oltre alla matematica, alla storia e all’italiano si parlava d’ideali,
si parlava di futuro, di condivisione, di realtà.
Non vi erano differenze, l’uguaglianza era alla base dell’insegnamento,
l’approfondimento delle singole materie dava il giusto slancio verso una cultura individuale e sufficientemente resistente da poter essere tramandata.
Sara Fabbiani
60 anni della costituzione italiana. E per questo importante anniversario che l’ associazione culturale “La Fenice” ha organizzato, nelle giornate 11-12 ottobre, un breve ma intenso viaggio sulle orme della costituzione, arrivando alle radici di quel famoso 1948 attraverso testimonianze, racconti e luoghi che hanno lasciato una ferita ancora aperta nella storia del nostro paese.
Montesole-Barbiana Dossetti- Milani.
Nomi, luoghi, parole chiave.
Il nostro punto di partenza è stato il parco storico regionale di Montesole, il parco ricopre l’area coinvolta nel terribile eccidio di Montesole avvenuto nel 1944 quando la violenza nazi-fascista arrivò in questo zone e portò inevitabilmente gli spettri della morte e del terrore.
Le truppe nazi-fasciste si avventarono sulle abitazioni, sulle scuole, sulle chiese, uccidendo selvaggiamente i pochi abitanti, saccheggiando, bruciando in nome della croce uncinata.
Gli abitanti non riuscirono a mettersi in salvo, forse ingenui, rassegnati o semplicemente inconsci di quello che stava per succedere
la crudeltà sovraumana che incombeva pesatamente nell’animo delle truppe uccise 770 persone nei modi più violenti e brutali.
Le voci che cominciarono a spargersi relative a quei giorni di terribile inumanità furono negate dalle autorità fasciste indicandole come false.
Solo grazie alla liberazione si incominciò a capire cos’era effettivamente successo in quelle giornate piene di follia e d’orrore.
L’itinerario che abbiamo seguito, passo dopo passo, ci presenta come furono violentemente colpite queste zone, grande palcoscenico non solo dell’eccidio, ma anche della resistenza avvenuta in seguito.
Successivamente ci è stata presentata un importante figura : Don Giuseppe Dossetti, personaggio carismatico, membro attivo della cosiddetta commissione dei 75 che elaborò la prima bozza della costituzione.
Dossetti nasce il 13 febbraio 1913 a Genova , dopo aver frequentato il liceo classico a Reggio Emilia, s’iscrive a Giurisprudenza a Bologna dove si laurea nel 1934. Nell’autunno dello stesso anno si trasferisce a Milano all’università cattolica e diventa assistente di Diritto Canonico. Nel febbraio del 1945 entra in clandestinità e sale in montagna dove soggiorna fino alla liberazione.
Finita la guerra diviene vicesegretario della DC, fu membro dell’assemblea Costituente, diede il suo importante contributo alla stesura della carta costituente.
Nel 68 si dedicò completamente alla guida della sua comunità religiosa. Nel 84 ricevette la diaconia di Montesole.
Muore il 15 dicembre del 1996 e fu sepolto insieme ai martiri dell’eccidio nel piccolo cimitero di Montesole.
Dossetti fa un importante appello ai giovani dichiarando di non dimenticare la costituzione sol perché è stata “opera di una generazione ormai trascorsa” ma facendone sempre affidamento, poiché punto di riferimento e primo risultato verso un futuro pieno di libertà e diritti.
Il 12 ottobre è stata la giornata dedicata interamente alla scuola, alla scuola di un tempo: la scuola di Barbiana avente un unico ,grande maestro: Don Lorenzo Milani.
Don Milani arrivò a Barbiana il 7 dicembre del 1954.
Dopo poco incominciò a radunare nuovi giovani delle vicinanze di quel paesino di montagna. Egli sperimentò un nuovo tipo d’istruzione, basata sul motto “ I care” letteralmente "Io mi prendo cura" (in dichiarata contrapposizione al "Me ne frego" fascista).
Per arrivare in questo piccolo borgo abbiamo percorso alcuni chilometri a piedi, attraversando quelle strade che allora,portavano i giovani ragazzi verso un’istruzione alternativa.
La figura di Milani ci viene descritta dettagliatamente da un ex alunno: Michele. Egli ci ha illustrato come le lezioni venivano strutturate, come si mescolavano tra loro la praticità e lo studio, con quale dedizione Don Milani esponeva le proprie ragioni d’insegnamento. L’ex alunno ricorda nitidamente il metodo alternativo con il quale il maestro catturava l’attenzione e la grande stima in ognuno di loro. La scuola di Barbiana era un’esperienza educativa. Era una scuola aperta, dove il programma era condiviso dagli allievi, le idee del maestro erano spesso rivoluzionarie e inoltre, vi era un rapporto molto stretto tra colui che insegnava,e colui che apprendeva.
Don Milani muore il 26 giugno del 1967.
Le suo spoglie sono oggi ospitate in un piccolo cimitero ai piedi del borgo. Questo tipo d’insegnamento, può essere interpretato come una specie d’utopia, proprio perché non sarebbe possibile legare tra loro la praticità, lo studio e il lavoro soprattutto nella scuola odierna.
La grande differenza tra la scuola di Barbiana e la scuola d’oggi è che allora oltre alla matematica, alla storia e all’italiano si parlava d’ideali,
si parlava di futuro, di condivisione, di realtà.
Non vi erano differenze, l’uguaglianza era alla base dell’insegnamento,
l’approfondimento delle singole materie dava il giusto slancio verso una cultura individuale e sufficientemente resistente da poter essere tramandata.
Sara Fabbiani
Volantino? Quale volantino??????
Forse tutti avranno letto del fatto accaduto in questo mese al dall’Aglio o più precisamente nell’aula insegnanti dell’istituto; un persona sconosciuta ha appeso un volantino con un immagine di una santa, con la testa mozzata e sostituita con quella della Gelmini: ministro dell’istruzione. Vi era allegata una Ave Maria ironica, completamente modificata.
Il testo iniziava cosi : “Ave Mariastella, madre dell’ignoranza, tu sei benedetta da Tremonti ,ecc ecc ….”.
Subito il polverone ,le polemiche, il giorno seguente un giornale molto conosciuto e letto in montagna, ancora una volta non ha perso l’occasione di denigrare il nostro istituto. L’articolo ha gonfiato l’accaduto e ha colpevolizzato l’autore o gli autori, di blasfemia e volgarità e mette in guardia i ragazzi da una scuola di spinelli e di pochi contenuti. In tutto questo, ad essere sincero, non ci vedo niente di blasfemo o di volgare che possa urtare la sensibilità di qualcuno, ma c’è ironia e senso critico che dovrebbe accomunare i ragazzi e gli studenti della nostra età, in un clima di appiattimento, dove la volgarità è all’ordine del giorno e in televisione. Questo volantino è circolato anche nelle università di Parma e si può trovare da circa due mesi sul sito della SINISTRA DEMOCRATICA. Purtroppo tutti i giorni in televisione assistiamo a volgarità, a mancanza di valori , a mancanza di spessore, all’ipocrisia , anche in fasce orarie protette, ma non c’è grande levata di scudi da parte di nessuno, e nessuno si accorge quanto siano pericolose, perché lentamente e in modo subdolo possono influenzare negativamente le persone e togliere la capacità di critica e di ribellione. Io non mi sento anestetizzato e voglio essere libero di avere un mio pensiero e nessuno può togliere ai ragazzi,anche se molto giovani la capacità di camminare con le proprie gambe e l’entusiasmo tipico della nostra età.
Sebastiano Beretti
Sebastiano Beretti
PROGETTO MONTAGNA, GOL IN ROSA
Baiso.
Maggio 2006.
Tre ragazze amiche da sempre di 12 e 13 anni, decidono di fondare una squadra di calcio femminile. Cominciano quindi a telefonare ad amiche,cugine e conoscenti e nel giro di poco si ritrovano in una decina. L’ US Baiso capisce che le ragazze hanno intenzioni serie e decide di dare loro un allenatore per farle provare. Inizia così un duro mese di allenamenti, le ragazze sono davvero motivate,ma ci sono ancora tante cose da sistemare e da imparare e sarà tutt’altro che facile.
Il 4 giugno dello stesso anno si gioca la prima partita:Reggiana-Baiso ,12-0…Una vera catastrofe!!! E così i sogni svaniscono,si spegne ogni tentativo di formare una vera squadra. Nonostante tutto le ragazze si rianimano e durante l’estate proseguono gli allenamenti per conto loro. Settembre. Arriva la comunicazione che la squadra femminile di Baiso è stata accorpata dal Progetto Montagna.
La squadra viene affidata al Mister Filippo Barozzi, intanto il gruppo cresce e cambia, c’è chi lascia, chi continua e chi si unisce. Purtroppo però si presenta un altro anno di fallimenti: Progetto Montagna femminile ultimo classificato nel torneo di calcio a 5. Settembre 2007 arriva una nuova allenatrice, Alessandra Gualandri, che viene affiancata a Filippo Barozzi e porta con sé alcune ragazze di Castelnovo Monti. Nello stesso periodo si uniscono una ragazza di Baiso e un’altra di Carpineti.
Il campionato di calcio a 5 2007/2008 si apre con numerose vittorie che portano le ragazze alla vittoria del campionato nella finale contro l’Arsenal giocata a Massenzatico. Finale sentita, finale che ha esaltato e preoccupato al tempo stesso la squadra,che è scesa in campo unita e grintosa accompagnata da un caloroso tifo. Tifo che non è stato deluso:la partita si è conclusa con un meritato 5-0.
Quest’anno il campionato OPEN B si apre a Rubiera con una vittoria. La partita iniziale ha sicuramente suscitato qualche preoccupazione. Si presentano infatti avversarie di 25-30 anni contro un Progetto Montagna a cui mancano l’attaccante e il portiere titolare,che viene sostituito dall’elemento fondamentale della difesa,per non dire della squadra. Sono inoltre tre le esordienti, due delle quali segnano un gol mentre una terza tiene in piedi la difesa.
Anche le tre partite successive si concludono con clamorose vittorie: Progetto Montagna vs Phoenix 8-0, Progetto Montagna vs Vianese 11-1 e Progetto Montagna vs Salvaterra le Viziate 4-0.
Il campionato inizia quindi con grandi soddisfazioni e chissà che anche quest’anno non sia il Progetto Montagna femminile ad ottenere il primo posto.
Le vittorie sono certamente importanti e soddisfacenti,ma il punto fondamentale è l’esistenza stessa della squadra, poiché non è per niente facile mettere insieme un gruppo di ragazze amanti del calcio. L’amore per lo sport, la voglia di vincere, il sacrificio, il divertimento e la passione accomunano questa squadra,più che squadra gruppo che vuole crescere, consapevole di essere e di poter diventare motivo di orgoglio per tutta la montagna.
Il 4 giugno dello stesso anno si gioca la prima partita:Reggiana-Baiso ,12-0…Una vera catastrofe!!! E così i sogni svaniscono,si spegne ogni tentativo di formare una vera squadra. Nonostante tutto le ragazze si rianimano e durante l’estate proseguono gli allenamenti per conto loro. Settembre. Arriva la comunicazione che la squadra femminile di Baiso è stata accorpata dal Progetto Montagna.
La squadra viene affidata al Mister Filippo Barozzi, intanto il gruppo cresce e cambia, c’è chi lascia, chi continua e chi si unisce. Purtroppo però si presenta un altro anno di fallimenti: Progetto Montagna femminile ultimo classificato nel torneo di calcio a 5. Settembre 2007 arriva una nuova allenatrice, Alessandra Gualandri, che viene affiancata a Filippo Barozzi e porta con sé alcune ragazze di Castelnovo Monti. Nello stesso periodo si uniscono una ragazza di Baiso e un’altra di Carpineti.
Il campionato di calcio a 5 2007/2008 si apre con numerose vittorie che portano le ragazze alla vittoria del campionato nella finale contro l’Arsenal giocata a Massenzatico. Finale sentita, finale che ha esaltato e preoccupato al tempo stesso la squadra,che è scesa in campo unita e grintosa accompagnata da un caloroso tifo. Tifo che non è stato deluso:la partita si è conclusa con un meritato 5-0.
Quest’anno il campionato OPEN B si apre a Rubiera con una vittoria. La partita iniziale ha sicuramente suscitato qualche preoccupazione. Si presentano infatti avversarie di 25-30 anni contro un Progetto Montagna a cui mancano l’attaccante e il portiere titolare,che viene sostituito dall’elemento fondamentale della difesa,per non dire della squadra. Sono inoltre tre le esordienti, due delle quali segnano un gol mentre una terza tiene in piedi la difesa.
Anche le tre partite successive si concludono con clamorose vittorie: Progetto Montagna vs Phoenix 8-0, Progetto Montagna vs Vianese 11-1 e Progetto Montagna vs Salvaterra le Viziate 4-0.
Il campionato inizia quindi con grandi soddisfazioni e chissà che anche quest’anno non sia il Progetto Montagna femminile ad ottenere il primo posto.
Le vittorie sono certamente importanti e soddisfacenti,ma il punto fondamentale è l’esistenza stessa della squadra, poiché non è per niente facile mettere insieme un gruppo di ragazze amanti del calcio. L’amore per lo sport, la voglia di vincere, il sacrificio, il divertimento e la passione accomunano questa squadra,più che squadra gruppo che vuole crescere, consapevole di essere e di poter diventare motivo di orgoglio per tutta la montagna.
Lucia Dolci
martedì 27 gennaio 2009
Le dimensioni del mio caos
Il Capa è tornato. Tornato con un nuovo album. Ancora più stravagante e irriverente dei precedenti, "Le dimensioni del mio Caos".
L'album è composto da quattordici tracce giocate sui doppi sensi e sulle parole.
E' forse il migliore del musicista di Molfetta.
Come nei precedenti lavori il nostro strano amico riccioluto i diverte a prendere in giro e criticare la società odierna. I protagonisti dell'album sono:lo stesso CapaRezza, Ilaria Condizionata, hippie sessantottina, Luigi delle Bicocche operaio italiano e vero eroe del nostro tempo, e il Bonobo, animale veramente straordinario.
Il CD si apre con "La rivoluzione del Sessintutto", suonata nell'album durante un concerto in onore del '68 nel quale il quale CapaRezza spaccando la chitarra apre un varco spaziotemporale facendo arrivare Ilaria nel nostro tempo. Questa canzone è una velata critica all'apatia dei giovani del ventunesimo secolo..."I fricchettoni vollero cambiare il mondo, quelli del mio mondo vogliono guardare i porno".
Subito legata a questo brano, "Ulisse,You listen" dove il musicista s'innamora perdutamente della giovane Hippie sessantottina.
Mentre camminano e amoreggiano sulla spiaggia Ilaria passa a Caparezza un volantino del movimento, e subito scatta la galera per caparezza. E' vietato indossare pantaloni con le tasche, segno di protesta contro il regime.
Grazie al compagno di cella, Capa scopre di aver cambiato il presente, avendo modificato il passato e che l'unico modo per ripristinare le cose è rispedire Ilaria nel 68.
Il brano successivo,"Pimpani la storia", è una critica a tutti quelli che cercano di dimenticare-cancellare la storia..."Dalla mia storia cancello i fricchettoni, scrivi, che gli Hippie se ne stavano zitti e buoni..."
In "Ilaria Condizionata" Il Capa armatosi di Stratocaster si avvia per rispedire la pulzella nel suo tempo ma lei ormai si è trasformata in una tipica oca del 2008 attenta alla moda e alla tecnologia..."Ilaria dalla vita vuole di più, almeno una amica della Tim Tribù, scarica rane pazze e stupidi emù, mette le sue tette su Badoo..."
Ilaria però non vuol sentir ragione e si sposa con il leader del fronte dell'uomo qualcuno che sta compiendo i suoi maligni piani costruendo lo spazioporto pugliese(Ma che cosa diavolo è uno spazioporto??), critica alle opere pubbliche iniziate e mai finite e sullo sfruttamento dei lavoratori.
Qui entra in ballo Luigi delle bicocche, operaio-schiavo della Grande Opera..."Una grande opera, stupido chi sciopera quante bastonate prenderà!.."
E giungiamo a "Vieni a ballare in Puglia", canzone di Amoreodio nei confronti della terra del musicista, nella quale viene criticata la condizione della regione della Taranta.
Questa traccia è un cazzotto nei denti, perchè prima la ascolti e sorridi pensando a quanto sia ironica poi, magari con il testo davanti, la riascolti e ti rendi conto che non è ironica per niente..."Ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica, tra un palo che cade ed un tubo che scoppia in quella bolgia s'accoppa chi sgobba..."
Il Capa dopo essersi lamentato abbastanza viene processato ma, non presta attenzione al proprio processo perchè deve giocare ai videogames.
Il pezzo è musicalmente molto particolare perchè pieno di vecchie musichette di ancor più vecchi videogames (Pac Man, Arkanoid, Space Invaders Ecc.) e di citazioni di molti di questi. Ovvio che non avendo mai giocato ad un minimo di questi videogames, non si potrà capire il senso della canzone..."Non cammino sulle nuvole come WonderBoy, mi credi il messia? Sono problemi tuoi!"
Alla fine del processola pena per l'eroe di Molfetta e quella peggiore che si possa immaginare, spalatore di cacche di elefanti circensi.
Nel frattempo lo spazioporto è pronto a mandare "Cacca nello spazio".
La canzone è una critica all'inquinamento sia terreste che spaziale e come il leader del fronte dell'uomo qualcuno (in questo caso) cerchi di guadagnarsi voti abbindolando il popolo.
CapaRezza nel bel mezzo del suo lavoro, riceve un messaggio di segreterita telefonica di Ilaria che chiede come va la vita... per
rispondere canta "Il circo delle pantegane".
Critica alle malattie dovute alla scarsa igiene in molti posti e molti lavori italiani.
Il cantante quindi si rassegna..ma il suo datore di lavoro lo sfida a duello e lo sgrida dicendogli che un vero uomo non si arrende mai.Capa quindi risponde:"Un vero uomo si dovrebbe alzare per lavare i piatti!!"la canzone si chiama appunto "Un vero uomo dovrebbe lavare i piatti".
Il brano successivo è l'inno del partito dell'uomo qualcuno, dimostrazione della situazione odierna, politica e non solo... "io diventerò qualcuno, non studierò non leggerò.."
Dopo questo merdaviglioso inno...arriva "Sono un Eroe" la canzone di Luigi delle Bicocche, dedicata a tutti quelli che sotto il sole si spaccano le nocche tutti i giorni, quelli che possono essere chiamati i veri eroi..."Sono un eroe, perchè lotto tutte le ore, sono un eroe, perchè combatto per la pensione.."
E, gran finale, Bonobo Power!
Descrizione del Bonobo, scimmia molto superiore all'uomo.."Il bonobo è una pericolosa alternativa sociale: dimostra che in natura esiste l'omosessualità, e che l'uomo è aggressivo perché sessualmente represso e soprattutto che l'unico vero modo per vivere in pace è giocare, mangiare ed accoppiarsi alla faccia di religiosi, intellettuali e politici benpensanti!"
Per dare sfogo alla sua rabbia Luigi imbracciò la chitarra elettrica e divenne una Rockstar. Durante un concerto al magazzino del legno, spacco lo strumento sull'amplificatore creando un varco spaziotemporale che riportò l'umanità alla sua essenza...
Lorenzo Valdesalici
L'album è composto da quattordici tracce giocate sui doppi sensi e sulle parole.
E' forse il migliore del musicista di Molfetta.
Come nei precedenti lavori il nostro strano amico riccioluto i diverte a prendere in giro e criticare la società odierna. I protagonisti dell'album sono:lo stesso CapaRezza, Ilaria Condizionata, hippie sessantottina, Luigi delle Bicocche operaio italiano e vero eroe del nostro tempo, e il Bonobo, animale veramente straordinario.
Il CD si apre con "La rivoluzione del Sessintutto", suonata nell'album durante un concerto in onore del '68 nel quale il quale CapaRezza spaccando la chitarra apre un varco spaziotemporale facendo arrivare Ilaria nel nostro tempo. Questa canzone è una velata critica all'apatia dei giovani del ventunesimo secolo..."I fricchettoni vollero cambiare il mondo, quelli del mio mondo vogliono guardare i porno".
Subito legata a questo brano, "Ulisse,You listen" dove il musicista s'innamora perdutamente della giovane Hippie sessantottina.
Mentre camminano e amoreggiano sulla spiaggia Ilaria passa a Caparezza un volantino del movimento, e subito scatta la galera per caparezza. E' vietato indossare pantaloni con le tasche, segno di protesta contro il regime.
Grazie al compagno di cella, Capa scopre di aver cambiato il presente, avendo modificato il passato e che l'unico modo per ripristinare le cose è rispedire Ilaria nel 68.
Il brano successivo,"Pimpani la storia", è una critica a tutti quelli che cercano di dimenticare-cancellare la storia..."Dalla mia storia cancello i fricchettoni, scrivi, che gli Hippie se ne stavano zitti e buoni..."
In "Ilaria Condizionata" Il Capa armatosi di Stratocaster si avvia per rispedire la pulzella nel suo tempo ma lei ormai si è trasformata in una tipica oca del 2008 attenta alla moda e alla tecnologia..."Ilaria dalla vita vuole di più, almeno una amica della Tim Tribù, scarica rane pazze e stupidi emù, mette le sue tette su Badoo..."
Ilaria però non vuol sentir ragione e si sposa con il leader del fronte dell'uomo qualcuno che sta compiendo i suoi maligni piani costruendo lo spazioporto pugliese(Ma che cosa diavolo è uno spazioporto??), critica alle opere pubbliche iniziate e mai finite e sullo sfruttamento dei lavoratori.
Qui entra in ballo Luigi delle bicocche, operaio-schiavo della Grande Opera..."Una grande opera, stupido chi sciopera quante bastonate prenderà!.."
E giungiamo a "Vieni a ballare in Puglia", canzone di Amoreodio nei confronti della terra del musicista, nella quale viene criticata la condizione della regione della Taranta.
Questa traccia è un cazzotto nei denti, perchè prima la ascolti e sorridi pensando a quanto sia ironica poi, magari con il testo davanti, la riascolti e ti rendi conto che non è ironica per niente..."Ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica, tra un palo che cade ed un tubo che scoppia in quella bolgia s'accoppa chi sgobba..."
Il Capa dopo essersi lamentato abbastanza viene processato ma, non presta attenzione al proprio processo perchè deve giocare ai videogames.
Il pezzo è musicalmente molto particolare perchè pieno di vecchie musichette di ancor più vecchi videogames (Pac Man, Arkanoid, Space Invaders Ecc.) e di citazioni di molti di questi. Ovvio che non avendo mai giocato ad un minimo di questi videogames, non si potrà capire il senso della canzone..."Non cammino sulle nuvole come WonderBoy, mi credi il messia? Sono problemi tuoi!"
Alla fine del processola pena per l'eroe di Molfetta e quella peggiore che si possa immaginare, spalatore di cacche di elefanti circensi.
Nel frattempo lo spazioporto è pronto a mandare "Cacca nello spazio".
La canzone è una critica all'inquinamento sia terreste che spaziale e come il leader del fronte dell'uomo qualcuno (in questo caso) cerchi di guadagnarsi voti abbindolando il popolo.
CapaRezza nel bel mezzo del suo lavoro, riceve un messaggio di segreterita telefonica di Ilaria che chiede come va la vita... per
rispondere canta "Il circo delle pantegane".
Critica alle malattie dovute alla scarsa igiene in molti posti e molti lavori italiani.
Il cantante quindi si rassegna..ma il suo datore di lavoro lo sfida a duello e lo sgrida dicendogli che un vero uomo non si arrende mai.Capa quindi risponde:"Un vero uomo si dovrebbe alzare per lavare i piatti!!"la canzone si chiama appunto "Un vero uomo dovrebbe lavare i piatti".
Il brano successivo è l'inno del partito dell'uomo qualcuno, dimostrazione della situazione odierna, politica e non solo... "io diventerò qualcuno, non studierò non leggerò.."
Dopo questo merdaviglioso inno...arriva "Sono un Eroe" la canzone di Luigi delle Bicocche, dedicata a tutti quelli che sotto il sole si spaccano le nocche tutti i giorni, quelli che possono essere chiamati i veri eroi..."Sono un eroe, perchè lotto tutte le ore, sono un eroe, perchè combatto per la pensione.."
E, gran finale, Bonobo Power!
Descrizione del Bonobo, scimmia molto superiore all'uomo.."Il bonobo è una pericolosa alternativa sociale: dimostra che in natura esiste l'omosessualità, e che l'uomo è aggressivo perché sessualmente represso e soprattutto che l'unico vero modo per vivere in pace è giocare, mangiare ed accoppiarsi alla faccia di religiosi, intellettuali e politici benpensanti!"
Per dare sfogo alla sua rabbia Luigi imbracciò la chitarra elettrica e divenne una Rockstar. Durante un concerto al magazzino del legno, spacco lo strumento sull'amplificatore creando un varco spaziotemporale che riportò l'umanità alla sua essenza...
Lorenzo Valdesalici
The Rocker
Il rock è filosofia, il rock è vita. Chi non crede ai propri sogni non è rock. Gli States sono rock, quale miglior sfondo se non gli Stati Uniti d’America? L’ atmosfera è un mix tra gli anni ’70 e i tempi moderni, ma comunque rock. Robert Fishman detto “Fish” è rock, il protagonista di The Rocker, interpretato da Rainn Wilson; ilsuo aspetto non è proprio il massimo, ma il rock è uno stato mentale. Fish viene scaricato dalla sua vecchia band, i Vesuvius, alla porta principale del successo, perché non rispecchiava secondo una casa discografica, l’ideale tipo di batterista. Il suo animo rock si sgretola per 20 anni; vive in una malinconia nostalgica e convive con la consapevolezza di aver perso l’occasione di una vita, quella di diventare un batterista famoso. Rock è credere nei miracoli ed essere sempre se stessi quando la realtà non te lo permette, la stessa realtà di tutti i giorni che sbatteva davanti all’ormai semplice e depresso impiegato, locandine,pubblicità e dischi dei Vesuvius, che diventano famosi sempre più. Il nipote Matt ( Josh Gad), teenager, lo convince dopo vari tentativi ad entrare nella sua band; nell’impossibilità di trovarsi per provare, Matt ingegna un collegamento con una serie di webcam per provare direttamente da casa. Gli altri componenti della band sono Curtis, cantante e chitarrista, e la bella Amelia( Emma Stone),bassista del gruppo. Fish, personaggio comico,demenziale e piuttosto stupido, non sa cos’è una webcam e inconsapevolmente suona completamente nudo. Grazie ad un’improbabile quanto impossibile interferenza, le immagini delle prove del gruppo, vengono visualizzate nei computer di tutta la città. Da qui, il sottotitolo: “Il batterista nudo”. Una casa discografica rimane colpita dall’originalità involontaria, e decide di bussare alla loro porta. Il Rock stava offrendo un’ altra opportunità al nostro simpatico Fish. La rock band emergente parte per un tour, in cui Fish si scatena, e tira fuori tutta la sua verve rock. Inoltre egli si innamora,anche se il regista, Peter Cattaneo (lo stesso di Full Monty) è bravo a non decentrare il tutto sull’amore. La rock band, gli A.D.D., riscuote molto successo e il tour prevede come chiusura, di aprire il concerto dei Vesuvius… Fish è costretto a trovarsi di fronte il vecchio passato, quello che per anni, l’ha gettato nella solitudine e nell’amarezza, quando il suo animo rock aveva perso la k…Determinato si riprende il migliore dei posti,tra la chitarra e il basso, e da spettacolo sul palco insieme alla sua rock band, e andrà a finire con un colpo di scena…ma vi invito a vederlo…
Sicuramente per Fish si tratta del riscatto, della rivincita; simbolo di tutti quelli che non ce l hanno fatta per poco. Peggio è sfiorare un sogno che non sognarlo e basta…
Molti critici fanno riferimento a Pete Best, il batterista scaricato dai Beatles prima che diventassero famosi. Nella vita a volte ci vuole anche molta fortuna e le occasioni giuste…
The Rocker è un film divertente, a tratti demenziale, abbastanza originale, forse dal riscatto scontato del protagonista ma non privo di morale e significato. Una sottile punta di irrealismo, la presenta specialmente all’inizio. Ma il rock è anche magia e fantasia…
Particolare interessante è il fatto che nella vita di tutti i giorni, Teddy Geiger, l’interprete di Curtis, sia un vero e proprio cantante, in ascesa negli USA dove sta diventando un vero e proprio idolo; le canzoni degli A.D.D. nel film, sono proprio le sue,che canta interpretando Curtis. Potendo dare un giudizio personale, il ragazzo ha talento e merita.
Consigliato e dedicato agli amanti del Rock e a chi è in cerca di riscatto o insegue i propri sogni…
Il rock non muore mai proprio come non muoiono i sogni…
Daniele Petrone
Sicuramente per Fish si tratta del riscatto, della rivincita; simbolo di tutti quelli che non ce l hanno fatta per poco. Peggio è sfiorare un sogno che non sognarlo e basta…
Molti critici fanno riferimento a Pete Best, il batterista scaricato dai Beatles prima che diventassero famosi. Nella vita a volte ci vuole anche molta fortuna e le occasioni giuste…
The Rocker è un film divertente, a tratti demenziale, abbastanza originale, forse dal riscatto scontato del protagonista ma non privo di morale e significato. Una sottile punta di irrealismo, la presenta specialmente all’inizio. Ma il rock è anche magia e fantasia…
Particolare interessante è il fatto che nella vita di tutti i giorni, Teddy Geiger, l’interprete di Curtis, sia un vero e proprio cantante, in ascesa negli USA dove sta diventando un vero e proprio idolo; le canzoni degli A.D.D. nel film, sono proprio le sue,che canta interpretando Curtis. Potendo dare un giudizio personale, il ragazzo ha talento e merita.
Consigliato e dedicato agli amanti del Rock e a chi è in cerca di riscatto o insegue i propri sogni…
Il rock non muore mai proprio come non muoiono i sogni…
Daniele Petrone
Voreppe 2: Il ritorno
Il gemellaggio è un’importante strumento, opportunità che permette a gente di diversa derivazione sociale e culturale di incontrarsi, conoscersi e confrontarsi. Lo scambio è imprevedibile: può rivelarsi una imbarazzante scena dove l’italiano rimane nel suo gruppo di italiani, un turista alla giapponese con macchina fotografica e Ipod alle orecchie, trasformando il gemellaggio in una gita all’estero;oppure essere curiosità, incontro con ragazzi che di veramente differente da noi hanno la lingua, non il fisico o gli interessi.
In fondo la nostra generazione e abbastanza globalizzata, ci sentiamo parte di un mondo un po’ più grande di Castelnovo Monti o dei propri paesi.
Anche al ragazzo/a francese/a piace la musica, legge libri, guarda film ed esce al sabato sera à la discothèque. Per questo penso che le jumelage sia un buon momento per instaurare delle nuove e, perché no, importanti amicizie. E per fare che ciò accada è bene che si prenda coraggio nel “buttarsi” nel nuovo contesto interamente magari staccandosi un poco dal proprio gruppo. Per esempio nel precedente scambio ogni italiano è stato smistato ciascuno in una famiglia francese. Questo penso sia un buon modo per rompere il ghiaccio. Nel mio caso, ho trovato nella famiglia un ragazzo con i miei stesi interessi, e per questo abbiamo potuto condividere e ampliare i nostri gusti, i nostri. Non i miei o i suoi. Per ciò ringrazio l’opportunità offertami dal gemellaggio, l’opportunità di poter incontrare un buon amico che, senza questa possibilità, quasi sicuramente non avrei potuto incontrare.
Per il sottoscritto è un felice ritorno quello a Voreppe.
Luca Ibatici
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